Ultimo Aggiornamento:
18 maggio 2024
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Argomenti

L'equivoco culturale che sta rovinando l'autonomia scolastica

Francesco Provinciali * - 16.09.2023

In un articolo comparso su  Il Messaggero del 27/8 u.s., il presidente della Consob Giuseppe Vegas esordisce con un breve escursus storico che partendo dalla legge Casati del 1859 e passando attraverso la Costituzione Repubblicana del 1948 fino a giungere all’istituzione della Scuola media unica nel 1963 intende rendere ragione dei progressi che il sistema scolastico italiano ha registrato in tema di estensione a tutta la popolazione in età scolastica del diritto all’accesso agli studi e l’innalzamento dell’obbligo, come grandi conquiste  sociali che hanno accompagnato la crescita del Paese. La sintesi è efficace: mancano tuttavia almeno la Riforma Gentile, i programmi della scuola elementare del 1955, la legge 820/1971 sul tempo pieno, i decreti delegati del 1974 (che compiranno 50 anni l’anno prossimo), la legge 517/1977 sul diritto allo studio e l’integrazione degli alunni disabili e con difficoltà, il DPR 275/1999 sulla cd autonomia scolastica. Per soffermarsi brevemente sui passaggi più significativi che ci hanno portato al presente. Non volendo scrivere un trattato sulla storia del sistema scolastico nazionale l’analisi di Vegas si sofferma tuttavia con particolare efficacia sulla crescente discrasia tra programmi scolastici e loro attualità, nonostante (e forse anzi a cagione) della crescente e pervasiva introduzione delle nuove tecnologie nelle metodologie dell’insegnamento-apprendimento, anche a motivo di una non corrispondente leggi tutto

È finita la luna di miele del governo

Paolo Pombeni - 13.09.2023

In queste ultime settimane il governo di Giorgia Meloni ha iniziato a perdere dei colpi. Sia in politica internazionale, un campo in cui aveva collezionato buone performance, sia in politica interna, dove da tempo non era andata così bene, si registrano difficoltà, ma soprattutto un certo raffreddamento nella considerazione di commentatori e analisti che pure fino a poco tempo fa avevano valutato positivamente il lavoro della attuale premier (e almeno di alcuni fra i suoi ministri).

La prova di Meloni e dei nostri governativi al G 20 in India non ha brillato, ma ad onor del vero in quel contesto era difficilissimo fare di più. Piuttosto ha suscitato molte giuste critiche l’attacco della premier al commissario europeo Gentiloni accusato di non fare gli interessi dell’Italia. Va detto che l’intervento seguiva a ruota quello, al solito sopra le righe, di Salvini che per primo aveva attaccato il commissario europeo all’economia bollandolo come un politico che non giocava con la maglia della nostra nazionale. Probabilmente Meloni, preoccupata delle iniziative del leader leghista per sottrarle voti con argomenti bassamente populisti, non ha voluto lasciargli il privilegio di essere l’unico a proporre argomenti da bar.

Ovviamente il più modesto dei consiglieri politico-diplomatici avrebbe fatto notare leggi tutto

Omicidi, prima i coltelli poi i palloncini. Qualcosa non va

Francesco Provinciali - 09.09.2023

Quando sento parlare della nostalgia del passato, dei tempi di una volta, sempre migliori e più rassicuranti e vivibili mi sovvengono le periferie delle città in crescita demografica, polverose e buie, le strade non asfaltate e piene di pozzanghere, i malandrini nascosti nei luoghi dello squallore e del degrado, stanziali o itineranti nelle campagne, dediti al brigantaggio, alle violenze, ai furti, agli omicidi e agli occultamenti dei cadaveri. Ogni tanto si scoprono fosse comuni di infanti e minori violentati e uccisi negli orfanotrofi o negli educandati, anche negli Stati ora definiti più evoluti e civili. Si può risalire alla notte dei tempi o girare l’urbe terracqueo alla ricerca di un posto o di un tempo felice ma si scopre che essendo la malvagità e la cattiveria una componente dell’animo umano la storia è sempre stata un mix altalenante di fatti e misfatti. Certo seguendo i media e frequentando i social si ha in questo periodo – manco a dirlo - impastato di criticità di ogni tipo (guerre, pandemia, catastrofi climatiche, migrazioni disperate ecc.)  l’impressione di una montante escalation della violenza, trasversale ai target sociali, sempre più emergente tra i giovani, in special modo perpetrata verso le donne, con azioni criminali che si superano leggi tutto

Una contingenza difficile

Paolo Pombeni - 06.09.2023

Non è un momento facile per la politica italiana. Innanzitutto perché il bilancio dello stato non è messo bene: arrivano al pettine i nodi di politiche avventurose (bonus più o meno super dispensati alla leggera), la situazione economica dei nostri partner essenziali per le esportazioni non è buona (a cominciare dalla Germania), l’inflazione non è ancora sotto controllo né si capisce quando e come lo sarà. Tutto questo mentre ci sarebbe bisogno di interventi di sostegno al welfare: al di là del pur grave tema della povertà in espansione, c’è un sistema sanitario che funziona a macchie di leopardo (in piccola parte ottimo, in un’altra parte accettabile, in una grande porzione non funziona affatto) e c’è il tema del basso livello di troppi salari, in parte insufficienti per vivere adeguatamente, in parte comunque contratti tanto da non poter permettere la ripresa della domanda interna.

Sarebbe sbagliato sostenere che il governo non si renda conto della situazione: almeno una parte dei ministri (dalla premier a Giorgetti e a qualcun altro) ha davanti il quadro e se ne preoccupa. Che poi da questo riesca a trarre indicazioni su come uscirne, è un altro paio di maniche.

Come si è detto molte volte gli appetiti elettorali dei partiti, specie leggi tutto

Dalla partitocrazia all'oligocrazia

Luca Tentoni - 02.09.2023

Il progresso sta allontanando i rappresentanti dai rappresentati. La disintermediazione sta trasformando il rapporto fra cittadini ed eletti in quello fra followers e leader. Durante la Prima Repubblica, fino alle prime Tribune politiche (1960) nessuno aveva mai potuto vedere un personaggio politico se non guardando le foto sui giornali o partecipando ai comizi. I partiti "entravano in casa", o quasi: avevano sezioni dovunque, erano presenti in alcuni casi persino sui posti di lavoro o comunque si facevano vivi attraverso associazioni di categoria o sindacati collaterali ai principali soggetti politici. Il rapporto fra leader e cittadini era dunque quasi "fisico", almeno per il primo ventennio della Repubblica, ma anche in seguito, fino alla metà degli anni Novanta, era ancora basato su una rete di contatti e di relazioni che passavano per strutture di partito (un po' meno per i comizi, perché la televisione cominciava a far conoscere meglio i leader, che iniziavano a partecipare negli anni '76-'80 - da "Bontà loro" in poi - ai primi talk show). Il numero degli iscritti ai partiti, sebbene in costante calo, restava a quote comunque ragguardevoli. Il crollo della Prima Repubblica ha - di fatto - portato allo smantellamento di questo sistema (tranne che per pochissimi partiti). leggi tutto

Adolescenti in balia della violenza, una questione sociale urgente

Francesco Provinciali * - 02.09.2023

Abbiamo quasi esaurito il lessico delle esecrazioni utili per commentare le vicende di violenza di cui quotidianamente abbiamo notizia. Colpiscono la reiterazione dei fatti, lo scatenarsi delle pulsioni a sfondo sessuale fino allo stupro e i femminicidi, senza riguardo all’età, lo sfociare di queste azioni criminose e di sopraffazione in gesti di deliberato e predeterminato annientamento delle vite umane, l’associazione a delinquere di giovani e giovanissimi- molti ancora minorenni- il senso di impunità che spiega la ripetizione di questi fatti di cronaca.

I più recenti avvenimenti sono accaduti in questi giorni a Palermo e nel napoletano, ma veramente uno sovviene all’altro e rimuove dalla memoria quelli precedenti, è stata un’estate calda e distruttiva, come se un morbo inguaribile avesse soverchiato le regole del vivere civile: ma mettendo in fila tutti gli omicidi, i femminicidi, gli stupri solitari e di gruppo la linea del tempo ci porta molto indietro, contarli dall’inizio di ogni anno è solo un fatto statistico. Quando la violenza diventa inarrestabile deriva sociale, quando gli istinti e le pulsioni accecano la coscienza fino ad annullarla qualche interrogativo va posto. Che cosa sta succedendo in noi e intorno a noi?  Certamente il coinvolgimento dei minori come attori di questa rimozione dei

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Un autunno impegnativo

Paolo Pombeni - 30.08.2023

L’estate sta finendo e la politica riprende il suo lavoro, si spera quello vero, non le diatribe a vanvera su chiacchiere da bar di un generale, su estati più o meno militanti, su egemonie televisive da imporre e via di questo passo. La riunione del consiglio dei ministri di lunedì 28 agosto dovrebbe riportare tutti al confronto con la realtà: il governo e la maggioranza per la sua parte, l’opposizione per la propria.

I principali problemi sono tre: l’ondata eccezionale di immigrazioni, la crescita dei prezzi e la connessa inflazione, l’elaborazione di una legge di bilancio che non faccia perdere al nostro paese il suo equilibrio insieme al suo credito internazionale. Sono tre aspetti profondamente interconnessi che sicuramente non possono essere risolti nella prima seduta post ferie del Consiglio dei ministri. Si inizia a discutere, si saggiano reciprocamente le posizioni, poi ci vorrà tempo per avviare una vera progettazione politica (sperando che le tensioni presenti nella maggioranza e la voglia di fare agitazione da parte delle opposizioni consentano un confronto costruttivo).

Iniziamo dalla questione della legge di bilancio, che è molto delicata. Non si tratta solo di far quadrare gli appetiti di partiti e fazioni che vogliono ottenere vantaggi per il proprio elettorato: leggi tutto

Il massacro dell'Ucraina, tra impliciti ed evidenze

Francesco Provinciali * - 30.08.2023

Il 24 febbraio 2022 iniziava l’invasione su larga scala dell’Ucraina, definita eufemisticamente da Putin “operazione militare speciale”. Se quest’ultimo l’avesse presentata per ciò che realmente è, cioè una guerra, quello stesso giorno sarebbe stato smascherato in primis davanti al Consiglio di sicurezza dell’ONU facendone espellere la Federazione Russa –che ne è discutibilmente membro permanente con diritto di veto- per dichiarazione unilaterale di guerra. Nei salotti televisivi e domestici italiani, sui social media e da certa stampa negazionista la realtà è sempre stata posta in forma dubitativa, quasi come se quell’aggressione militare punitiva e vigliacca fosse in qualche modo stata provocata. Ciò che Putin confidava essere un ‘blitzkrieg’ che in tre giorni gli avrebbe consentito di prendere Kyiv defenestrando Zelensky, s’è rivelata essere l’operazione fallimentare speciale più insensata della Storia moderna. Tuttavia, sospinta da un forte antiamericanismo latente e da un filoputinismo implicito, quella pletora di pacifinti ha proseguito sui media compiacenti la più mendace e vergognosa campagna di mistificazione storica dei fatti. A sinistra si sono posizionati gli intellettuali più cogitanti, che con fare più o meno accondiscendente hanno invitato a comprendere le presunte ragioni dell’aggressore rispolverando immaginifiche realtà storiche inesistenti, annessioni volontarie che non ci sono mai state e violando il principio dell’autodeterminazione dei popoli. leggi tutto

Una Autonomia oltre i confini. De Gasperi e il primato del bene comune

Francesco Provinciali * - 26.08.2023

Organizzato dalla Fondazione Trentina “Alcide De Gasperi” .si è tenuto a Pieve Tesino (TN) l’annuale Seminario di Studi sulla figura del grande Statista. L’autorevole relatrice incaricata di esporre la ventesima lectio degasperiana si è soffermata in modo magistrale sul significato del concetto di confine nella vita di De Gasperi, entro il tema dell’autonomia. Il senso di confine e quello di autonomia si sono intrecciati in una storia comune. De Gasperi non visse mail il confine come un muro da abbattere o un recinto entro cui serrare un hortus conclusus ma come linea di collegamento, una cerniera per unire. Rispetto ad un popolo che aspirava ad autogovernarsi è stata in lui centrale l’idea concreta dell’autonomia: non di quella astratta, parlata o ideologica ma di quella legata alle azioni politiche da compiere, per realizzare il buon governo, il bene comune, relazioni positive, la buona amministrazione, l’interesse generale. la pacifica convivenza. Non si rinvengono molte definizioni di autonomia negli scritti degasperiani. Uomo di confine accomunato ad altri grandi protagonisti che con lui hanno fatto l’Europa si misurò nelle situazioni in cui si trovò ad operare come uomo politico, facendo pratica costante in rapporto a situazioni di confine sempre decise altrove che traevano origine dalla storia dei popoli: leggi tutto

Piano con le parole

Paolo Pombeni - 26.07.2023

Un tempo l’estate era il momento del libero sfogo delle provocazioni politiche: li chiamavano “ballon d’essai” e si pensava servissero a buttare dei sassi nello stagno di un’estate in cui la gente, sotto l’ombrellone o sui monti, lasciava correre dando a quelle parole il peso inconsistente che avevano.

Non è più così, un po’ perché i periodi di ferie si sono ridotti anche per i politici, un po’ perché nella pubblica opinione le preoccupazioni per il futuro crescono: sia quelle dipendenti dalle angosce esagerate a cui indulge la comunicazione, sia quelle che nascono da analisi più serie su una contingenza che non si capisce ancora come potrà evolversi.

Proprio per questo sarebbe bene che i politici imparassero a misurare le parole in vista delle scadenze che ci attendono. Un esercizio certo non facile con la pressione dei talk show e con la convinzione che se non si sta costantemente sotto i riflettori non si guadagnano voti. Eppure, come si è visto più volte, il buttarsi in spericolati esercizi retorici porta poi a vedersi chiedere conto di quel che si è promesso e delle intemerate sui più diversi argomenti propalate a piene mani.

Sarebbe bene che tutti iniziassero a prendere in considerazione il fatto leggi tutto