Ultimo Aggiornamento:
11 maggio 2024
Iscriviti al nostro Feed RSS

Argomenti

Interpretare e guidare la realtà tra radici e sviluppo

Francesco Provinciali - 11.05.2024

Per chi cerca di dare un senso alla propria vita ripercorrendo un viaggio a ritroso e riannodando i fili delle esperienze che via via si sono sovrapposte alla ricerca di una traccia di coerenza è necessario svincolarsi dal coinvolgente “circostante” che abbraccia nel presente ogni forma di comunicazione prevalente, fatta di opinioni, suggestioni e contingenze che sovente prescindono dai necessari approfondimenti e tutto riducono ad una frettolosa diagnosi di complessità , un limbo che avvolge ma deresponsabilizza dal pensare. Ciò è vero soprattutto per chi - svolgendo un’attività intellettuale-

necessita di poter fare sintesi tra memoria del passato e immaginazione del futuro. Ove ciò non fosse si resterebbe impantanati nell’oggi senza un ancoraggio alle radici esistenziali individuali e collettive, privi di una matita che ci consenta di tratteggiare modelli di sviluppo.

Per Giuseppe De Rita, fine osservatore dell’evoluzione delle dinamiche socio-economiche e culturali dal dopoguerra ai giorni nostri, fondatore e Presidente del più autorevole Istituto di ricerca sociale, possedere questa capacità di scandagliare nelle intersezioni degli epifenomeni sociali considerati, ha costituito una sorta di lunga, coerente parabola professionale. È lui stesso che spiega un’avvertita esigenza e la confessa: “Mi è venuta incontro la necessità di capire se tutto il lavoro svolto per decenni con curiosità e leggi tutto

Caccia al voto a qualunque costo

Paolo Pombeni - 08.05.2024

Qualcuno troverà incredibile che ci si stupisca per una cosa che è avvenuta da quando esistono i sistemi elettorali: la caccia al voto. Ma è l’aggiungere “a qualunque costo” che pone più di qualche problema. Che non si vada troppo per il sottile quando si devono aggregare consensi, passi. Che non ci si ponga nessun problema sembra troppo rischioso se si vuol mantenere in salute un sistema democratico.

Mettere nelle liste leader di partito che si sa benissimo che se venissero eletti non andranno al parlamento europeo fa parte di una caccia al voto del primo tipo. La maggior parte di coloro che votano sa come stanno le cose, specie considerando che per le urne europee la partecipazione è ristretta ad elettori mediamente informati (l’astensionismo è molto alto): non gli interessa mandare a Bruxelles/Strasburgo il loro leader di riferimento, gli interessa dare un sostegno alla sua posizione nel nostro paese (e in alcuni casi crede, o si illude, che un leader forte a Roma possa avere comunque un maggior peso in sede UE).

Ciò non può però significare che dimentichiamo la cattiva lezione viene da questo modo di raccogliere voti. Per contare a Bruxelles è necessario avere una classe dirigente che va lì con le leggi tutto

Le "asticelle" delle europee

Luca Tentoni - 04.05.2024

A un mese dalle elezioni europee, cerchiamo di anticipare quelle linee guida per la lettura dei risultati che potranno tornare utili all'apertura delle urne. I principali partiti sono otto: tre di maggioranza (Fratelli d'Italia, la Lega, Forza Italia) e almeno cinque di opposizione (Pd, M5S, Verdi e sinistra, Stati Uniti d'Europa, Azione). Mentre cinque di questi si sono già presentati alle politiche e alle europee, i verdi e la sinistra si sono uniti dopo; infine, la galassia centrista si è composta e scomposta per poi parzialmente ricomporsi: alle europee del 2019 c'era solo Più Europa, mentre nel 2022 c'erano Più Europa da una parte e il cartello Azione-Italia viva dall'altra. Per il resto, si tratta di liste minori che aspirano a raggiungere la soglia del 4%, ma alle quali servirà una grande campagna di raccolta di consensi per riuscirvi. Gli stessi Verdi-sinistra, Stati Uniti d'Europa e Azione non partono da risultati "blindati" dalle scorse prove elettorali politiche ed europee (come l'8% di FI e Lega, tanto per capirci), quindi c'è il rischio che la rappresentanza italiana all'Europarlamento finisca per essere composta da cinque o sei partiti. I riflettori sono comunque accesi sulle due liste maggiori - FdI e Pd - e sulla Lega (il futuro della leggi tutto

L'astensionismo ha battuto il voto

Francesco Provinciali - 04.05.2024

Ci sarà un motivo per cui oltre il 50% degli elettori non si sono recati ai seggi per le elezioni del Consiglio regionale della Basilicata ma non credo che sia legato alla Regione. Da tempo, da molti anni il trend degli astensionisti è in costante ascesa e non accenna ad invertire la rotta: sul piano pratico ciò significa che solo una parte dei cittadini del Paese avverte la motivazione di esercitare il diritto-dovere di esprimersi. Pertanto i risultati e le percentuali dei partiti votati vanno sempre commisurati al numero dei votanti: se la metà si astiene vuol dire che quei risultati rappresentano una democrazia minoritaria. C’è molta, palpabile sfiducia ma non sembra che le forze politiche ne tengano conto. Non manca il senso civico ai cittadini, manca una proposta politica credibile e rappresentata da candidature convincenti, manca un’idea di società e di Stato, manca la consapevolezza di cosa siano le istituzioni elettive. Lo stiamo notando anche in vista dalle Europee: non so cosa stia accadendo negli altri Paesi dell’U.E. ma lo spettacolo nostrano è indecoroso ed esprime i guai di sempre: con il tramonto delle ideologie si sono perduti per strada anche gli ideali. I partiti si sono lestamente impadroniti della politica e leggi tutto

La politica del super-leader

Paolo Pombeni - 01.05.2024

Se ne discute da più di un secolo: è la questione politica del leader politico nazionale che deve riassumere in sé senso e messaggio di una visione. Si sono sprecate le definizioni: demagogo, capopopolo, lider maximo, capo amato e venerato, il migliore, giusto per ricordarne qualcuna. Da questo punto di vista, poco di nuovo sotto il sole. Neppure l’indicazione sulla scheda elettorale di un candidato preminente può stupire: lo ha fatto Berlusconi e altri ne hanno seguito le orme.

Eppure quel che sta accadendo per le elezioni europee qualche novità la presenta. Infatti fino ad ora l’indicazione del nome del leader di una formazione in modo da certificare un consenso alla sua persona era connessa con la sua candidatura ad occupare il ruolo di guida di quella formazione nel contesto parlamentare e, se possibile, di governo. Ora invece chiedono il voto per sé stesse personalità che si suppone guideranno l’azione delle loro forze politiche di riferimento (per alcune è quasi garantito, per altre è un’aspirazione), ma che lo faranno dall’esterno delle istituzioni per le quali si chiede agli elettori di scegliere i propri rappresentanti.

Nella sua banalità la questione è presto spiegata: Meloni, Schlein, Calenda, Tajani e qualche altro si candidano non per essere leggi tutto

Il lento declino dell'Occidente

Francesco Provinciali - 27.04.2024

Lo scorrere del tempo nasconde mutamenti e trasformazioni che percepiamo nella loro dimensione globale ma anche attraverso i segni che leggiamo nelle piccole cose. Ci sono – in questa epoca travagliata e sempre minacciata dall’incipiente pericolo del baratro – guerre devastanti e genocidi che coinvolgono gli Stati e i popoli, le etnie, le culture, le religioni: non c’è limite al peggio né spazio per una civile resipiscenza. Sono fatti che ci raccontano l’inquietudine umana, la bramosia del potere, l’assenza della memoria, i pericoli del fondamentalismo, la messa al bando di ogni limite: è una minaccia continua che si espande a macchia d’olio e dimostra quanto sia insieme crudele e stupido il genere umano. Le buone notizie non si trovano più neanche nel mercatino dell’usato mi aveva detto Maurizio Belpietro e se da qualche parte narrano una dimensione umana che semina gesti di bontà e desiderio di pace, restano occultate nella vorticosa e mistificante narrazione dei social media. Ci sono anche- dicevo – segni che intercettiamo nella quotidianità e durano un battito di ciglia ma – sedimentandosi e ripetendosi – finiscono per lasciare traccia. Gli uni e gli altri fenomeni – quelli grandi e incontenibili come le guerre, i conflitti, la sostenibilità ambientale e quelli dentro o poco leggi tutto

Quanto pagano le sceneggiate politiche?

Paolo Pombeni - 24.04.2024

In Basilicata è andata più o meno come ci si aspettava: ha vinto con largo margine il candidato governatore del centro- destra e il cosiddetto campo largo ne esce male. Bassa l’affluenza alle urne: appena il 49,8% in calo rispetto alle precedenti elezioni regionali che avevano registrato un 53,5%, ma neppure il punto più basso perché nel 2013 ci si era fermati al 47,6%.

Tutto fa pensare che la partecipazione politica non coinvolga ormai più della metà (talora scarsa) degli aventi diritto. E sì che nelle elezioni regionali dovrebbe mobilitare l’insoddisfazione per i servizi che non si riescono a garantire ai cittadini. Nel caso specifico c’era una denuncia apparentemente ampia sull’inefficienza del servizio sanitario lucano che avrebbe dovuto spingere a negare il consenso a chi aveva governato nella legislatura precedente. Ora, siccome è difficile credere che invece si trattasse di critiche faziose contro una sanità che funziona benissimo, si deve dedurre che ormai gran parte dei cittadini considera certe inefficienze come croniche chiunque sia al potere e pertanto sceglie sulla base di altre considerazioni.

La lezione che si può trarre dalle elezioni lucane è triplice. La prima è che lì ha vinto una formazione di centro-destra, anziché come sembrava affermarsi nel paese di destra-centro. Lo testimonia l’ottimo risultato leggi tutto

I docenti fragili che finiscono davanti alle commissioni di verifica dell'Inps

Francesco Provinciali - 20.04.2024

Ora che lo smart working è stato rimosso dalle tutele dei docenti lavoratori fragili si possono trarre alcune conclusioni su una vicenda tormentata che resta una delle pagine più vergognose della storia repubblicana. Il lavoro agile preesisteva alla normativa introdotta dal primo Governo Conte e via via rinnovata a singhiozzo, in ritardo, con limitazioni (solo i privati, non i pubblici fino alla Direttiva Zangrillo del 29/12/2023 che intendeva porre rimedio nel pubblico impiego ad una disparità di trattamento di profilo costituzionale).  Applicata in tutti i Ministeri meno che in quello dell’Istruzione e del Merito, ma limitatamente al personale docente: non c’erano soldi per pagare i supplenti, eppure so che ci sono Dirigenti amministrativi che lo smart working lo fanno anche ora, con contratti ad personam. So anche di qualcuno che ha scritto al Ministro Valditara e al Presidente Mattarella senza ottenere risposta. Preesisteva – dicevo – la legge 81/2017 che affermava che il Dirigente Scolastico “può” organizzare modalità flessibili di lavoro e di formazione del personale: qualcuno ha chiesto di applicarla ma si è sentito rispondere “può” ma non “deve”: una grande prova di comprensione e umanità verso malati le cui patologie sono state poi certificate “fragili” dal D.M. Salute del 4/2/2022. In piena emergenza pandemica i leggi tutto

La politica non distoglie gli occhi dal proprio ombelico

Paolo Pombeni - 17.04.2024

È quasi un coro unanime: non si capisce come mai la politica italiana di fronte ad una crisi internazionale che si aggrava non riesca a mostrare una seria volontà di farsi carico, sia pure per quel che è possibile, della situazione che incombe su di noi.

Non vogliamo parlare di imprese fantasiose e di missioni impossibili: chi pensa che il nostro Paese sia in grado di gestire delle incisive azioni specifiche tanto sul fronte russo-ucraino quanto su quello della guerra in Medio Oriente sta fantasticando a vuoto. Non abbiamo né la forza militare, né la eccezionale creatività diplomatica che sarebbero necessarie per renderci protagonisti di iniziative con un peso reale.

Il nostro governo fa quel poco che si può fare approfittando della contingenza della presidenza italiana del G7. Meloni cerca di muoversi con attenzione, non si può dire che stia facendo particolari sbagli, ma non ha gli strumenti per fare cose particolari, così come non li hanno avuti alcuni dei suoi predecessori. Oltre tutto le nostre finanze pubbliche non sono messe bene, ed azioni di peso sullo scacchiere internazionale richiedono un sistema in buona salute economica: per la semplice ragione che per i nostri avversari non sarebbe difficile profittare di alcune debolezze leggi tutto

Il problema della classe dirigente (e del suo reclutamento) in Italia

Francesco Provinciali - 13.04.2024

Da quando uscì nel 2007 suscitando molto scalpore, il libro LA CASTA di Sergio Rizzo e Gian Antonio Stella ha raggiunto negli anni un indice di gradimento del 66% tra i lettori. Il successo editoriale va attributo al merito degli autori, capaci di sintetizzare una deriva negativa di immagine e accreditamento della classe politica nel nostro Paese, descrivendone i difetti più radicati e ricorrenti, dall’incompetenza all’autoreferenzialità, dai cambi di casacca dei voltagabbana ai privilegi, alle immunità, alle prebende, ai vitalizi. Se fosse riscritto oggi quel libro dovrebbe volgere al plurale il suo titolo poiché nel frattempo di sono accreditate  altre categorie un tempo in sordina ma negli anni via via emergenti e sempre più spesso al centro della cronaca, in una dimensione di spettacolarizzazione di ruoli e funzioni, a cominciare dalla magistratura, per proseguire nel mondo dell’informazione fino ai cenacoli sindacali che trovo svuotati di indipendenza e autonomia e collocati in una sorta di collateralismo ai partiti a livello centrale-nazionale, pur residuando in periferia l’importante ruolo dell’assistenza dei patronati.

Innovazione e sviluppo economico hanno creato una differenziazione nel mondo del lavoro ma le crisi aziendali e le chiusure delle piccole e medie imprese sono all’ordine del giorno, presto si aggiungeranno l’intelligenza artificiale, leggi tutto