Ultimo Aggiornamento:
16 marzo 2024
Iscriviti al nostro Feed RSS

Argomenti

Influencer: illusioni, chiacchiere e distintivi

Francesco Provinciali - 02.03.2024

“Io penso che la cultura contemporanea dovrebbe recuperare la cultura greca nella accezione del limite. Dovremmo essere davvero più limitati. Dovremmo davvero non guardare verso la meta nelle forme del progresso che poi non è progresso come semplice sviluppo. Non dovremmo esagerare nelle nostre manifestazioni dovremmo mantenere la misura”. Uso queste parole di Umberto Galimberti che mi ha fatto dono di un’intervista indimenticabile, per introdurre il tema legato alla figura dell’influencer, come mi è stato chiesto. Perché ciò che esprime Galimberti – il suo postulare la riscoperta del limite e il valore della misura- è quanto di più sideralmente lontano da ciò a cui l’influencer si ispira.  Stiamo passando il lento transito dal relativismo etico al negazionismo e – insieme a questo passaggio- affianchiamo la dematerializzazione della vita, il distacco dalla condizione di natura, la sostenibilità generazionale e di contesto: tutto questo può essere riassunto nella sovrapposizione del virtuale rispetto al reale.

L’esistenza diventa l’alcova delle mistificazioni, un contenitore immaginifico di illusioni dove la ricerca della felicità crea spazi impensati per questa pedagogia sociale predicata dagli influencer, una professione che nasce dal nulla e il nulla produce: solo affabulazioni, promesse, istruzioni per l’uso, miraggi, modelli personologici costruiti artificialmente, dietro cui si celano interessi commerciali enormi leggi tutto

Il codice di comportamento dei dipendenti pubblici

Francesco Provinciali - 17.02.2024

Il DPR 13/06/2023 n.° 81 – ‘Codice di comportamento dei dipendenti pubblici’ – pubblicato sulla G.U. 150 del 29/6/2023 è rimasto lungamente dormiente nei cassetti delle scrivanie degli interessati fino a diventare – ‘improvvisamente’, direbbe Dostoevskij –una delle letture più praticate nella P.A. Ad esempio per le scuole, a cui è stato solo recentemente trasmesso a cura dei Dirigenti di Istituto, potrebbe significare la necessità di un richiamo ai doveri deontologici di docenti e personale ATA, data la delicatezza dei dati trattati: non sempre la legiferazione ordinaria recente tiene in debito conto e attribuisce il dovuto risalto alla tutela dei dati personali, che deve rispettare le linee di indirizzo, i ruoli, le responsabilità stabilite da Regolamento Europeo n.° 679/2016. Firmato dal Ministro Zangrillo, dalla Presidente Meloni e dal Capo dello Stato Mattarella, il testo normativo elenca con puntuale e lodevole descrizione alcune norme essenziali di comportamento per un ‘corretto utilizzo delle tecnologie informatiche e dei mezzi di informazione e social media da parte dei dipendenti pubblici, anche al fine di tutelare l'immagine della pubblica amministrazione’. Un atto regolamentare necessario ed utile, considerato il diffuso ed esponenzialmente crescente utilizzo delle nuove tecnologie che – di fatto – costituiscono un potenziale canale di esternalizzazione di atti, documenti e procedure che inglobano “l’ubi consistam” leggi tutto

La grande tecnologia e la crisi dello sfruttamento sessuale minorile online

Francesco Provinciali * - 10.02.2024

Con questo odg la Commissione Giustizia del Senato USA ha convocato e audito i potenti dell’hi tech, coloro che detengono il primato dei social media americani: in quella sede è andata in scena una sorta di messa in stato d’accusa della comunicazione e dell’informazione via web, per le conseguenze drammatiche provocate in danno di minori e adolescenti caduti nelle “rete” : erano infatti presenti molti genitori di ragazzini vittime di adescamenti sessuali, giochi pericolosi, istigazione al suicidio.

Sul banco degli invitati-imputati i CEO dei cinque principali network USA (ma con influenza e penetrazioni planetarie), da Mark Zuckerberg (Meta), Linda Yaccarino (X), Shou Chew (Tik Tok) Evan Spiegel (Snap) e Jason Citron (Discord). Da quanto diffuso dai media americani non si è trattato di una messinscena, vista la durezza delle accuse peraltro debordate anche sul coté della politica: di fatto la campagna elettorale per le presidenziali è virtualmente aperta pur nell’attesa di presentare i due contendenti ma l’argomento era troppo ghiotto per trasformare la conferenza in una burletta di simulazioni e domande concordate. Da alcuni anni a questa parte la diffusione delle tecnologie, la dilagante digitalizzazione, gli scenari aperti dal metaverso e dagli iniziali esperimenti di intelligenza artificiale hanno imposto un’area tematica che sta rivoluzionando leggi tutto

Per una educazione al silenzio

Francesco Provinciali * - 16.12.2023

“Eppure io credo che se ci fosse un po’ di silenzio, se tutti facessimo un po’ di silenzio, forse qualcosa potremmo capire”.  (Federico Fellini, 1920-1993)

«Oggi tutti parlano e nessuno sta a sentire. Bisogna fare silenzio per poter ascoltare”.

(Ezio Bosso, 1971-2020)

 

Nella società definita complessa l’incomunicabilità è anche paradossalmente dovuta ad un uso sovrabbondante delle parole: se tutte quelle che usiamo ogni giorno servissero per farci capire ci sarebbe più concordia nella reciprocità del vivere.

Ma le parole si aggiungono ai suoni e questi ai rumori in un crescendo assordante che pervade

la nostra quotidianità.

Siamo accompagnati da un sovrastante dominio del mondo esterno su di noi.

Anche se non ce ne accorgiamo siamo costretti a rapportarci e misurarci continuamente con messaggi, richiami, stimoli, sollecitazioni, impulsi che ci raggiungono e che, volenti o nolenti, condizionano la nostra vita e le nostre abitudini fino regolarne i tempi e gli spazi di manifestazione.

Anche negli apprendimenti scolastici vige questa regola: anzi l’educazione altro non è che un passaggio dall’esterno all’interno di nozioni, norme, conoscenze, comportamenti, regole, informazioni, dati, valori.

Nei chiaroscuri della mia ormai lunga memoria professionale in campo scolastico non posso dimenticare la metaforica rappresentazione della tabula rasa, di quel luogo immaginario della mente leggi tutto

L'Italia nel 57° rapporto Censis: il paese dei sonnambuli nel tempo dei desideri minori

Francesco Provinciali * - 09.12.2023

Il pregio ricorrente dei Rapporti CENSIS è quello di fotografare la realtà sociale del Paese con il grandangolo che coglie i fenomeni macro sociali e con il teleobiettivo che ne evidenzia gli aspetti più evidenti e significativi. Ma anche quello di coniare metafore descrittive che inglobando i dati ne esplicitano le rappresentazioni iconografiche prevalenti e significative. Nel presentare -ospiti nella sede del CNEL- il 57° Rapporto del 2023 dell’Istituto Presieduto da Giuseppe De Rita, il Segretario Generale Giorgio De Rita e il Direttore Generale Massimiliano Valerii richiamano implicitamente la metafora usata lo scorso anno, quella di una immagine recessiva del corpo sociale, sia dal punto di vista demografico che del sentimento collettivo prevalente e implicitamente condiviso, che si esprime in una sorta di ritrazione silenziosa verso dimensioni miniaturizzate, parcellizzate, di piccole patrie e minime rivendicazioni: una deriva che rafforza la percezione di un indebolimento collettivo, una  nebulosa sfuggente (già anni fa il Presidente De Rita aveva parlato di società-mucillagine), con ambizioni contratte e traguardi inespressi. Il dato del decremento demografico è l’incipit da cui partire, in sintonia con l’ISTAT.: nel 2050 l’Italia avrà perso 4,5 milioni di residenti, una cifra che somma gli abitanti di due città come Roma e Milano. Ma accanto alla contrazione leggi tutto

Il pensiero mite

Francesco Provinciali * - 02.12.2023

Un tempo i genitori consigliavano ai propri figli di ascoltare le parole dei loro insegnanti: era l’epoca in cui si andava a scuola per imparare, accompagnati dall’umiltà che derivava dal rispetto verso  l’istituzione e le persone che dovevano occuparsi dei nostri apprendimenti ma soprattutto della nostra buona educazione.

C’era una condivisione di fondo sul compito da realizzare e quel suggerimento sembrava soprattutto una conseguenza ovvia rispetto all’ordine delle cose: c’era chi insegnava e c’era chi imparava.

Poi – sembra facile e riduttivo semplificare in modo sbrigativo quel pò di sconquasso etico e sociale che c’è stato in questi lunghi anni di rovesciamento e confusione di ruoli – tutto a poco a poco è diventato difficile, complesso, ingarbugliato.

Curando e dettagliando i particolari, sfumando le identità e ribaltando i ruoli si è perso di vista lo sfondo, si è problematizzata la realtà, si sono cercati alibi e attenuanti, tutele e diritti, qualcuno è sembrato un po’ troppo in alto e qualcun altro un po’ troppo in basso: bisognava correggere, equilibrare, compensare, sostenere, proteggere.

Adesso è più facile che un padre e una madre raccomandino al proprio figlio: “Fatti valere!”, “Non farti mettere i piedi addosso da nessuno”, “Se qualcuno ti dice qualcosa, rispondi!” e via dicendo.

Tanto vale leggi tutto

Il monumento che non c'è

Francesco Provinciali * - 25.11.2023

Un monumento serve a immortalare una prodezza, un gesto, un personaggio.

Chi passa, osserva, inquadra l’epoca, scruta la lapide, cerca lo sguardo fiero di chi ha meritato tanta gloria, ricostruisce gli eventi e se non ci riesce da solo si fa aiutare da qualche bene informato di passaggio: tutto si spiega in una posa, sintesi di una vita da consegnare ai posteri.

Pochi busti, molti cavalli con relativi fantini: si vede che il cavaliere è un genere che non passa mai di moda.

Una volta se ne vedevano di più nei cortili, nelle piazze, ai crocevia, ora bisogna proprio andarseli a cercare.

Una spiegazione c’è: se servono ad esaltare le virtù umane il sillogismo è presto fatto, si vede che stiamo vivendo tempi di recessione morale.

Meno virtù, meno monumenti.

Si tratta infatti di un repertorio legato al passato, quando si avvertiva il senso e il peso di un gesto, di una prodezza, di una parola.

Chi erigerebbe oggi un simile tripudio di marmo a chi avesse anche solo il coraggio di dire “obbedisco”?

Quei pochi che restano, in genere, sono proporzionati al contesto: piazza grande, personaggio grande, monumento grande e il contrario per tutto il resto.

Adesso l’umanità non ha più leggi tutto

La grande ipocrisia della giornata mondiale dei diritti dell'infanzia

Francesco Provinciali * - 18.11.2023

Lo so che non è giornalisticamente ortodosso cominciare un articolo con una domanda ma credo che questa volta si possa fare un’eccezione: con quale faccia, coscienza e coerenza ci accingiamo a celebrare il 20 novembre la Giornata mondiale dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza”?

Non c’è luogo del pianeta dove questa ricorrenza avrebbe un senso e una valenza di onestà intellettuale e morale. Guerre, catastrofi umanitarie, morte, distruzione, persino stupri e violenze, cosa dico, vilipendio dei cadaveri fanno inorridire il mondo, disperare le madri e i padri, spezzare il cuore di chi può chiamarsi ‘persona’: i social media ci mettono di fronte ad uno spettacolo terrificante e indegno, l’infanzia è violata e la vita negata persino sul nascere. Sono i bambini le vittime più innocenti dell’insensata crudeltà a cui i bombardamenti, i droni, i missili, le armi, le città e le case rase al suolo, le scuole e gli ospedali presi di mira e distrutti sottraggono il diritto di nascere e di crescere in un contesto familiare e sociale di amore, affetto e rispetto.

Un orrore senza fine che l’evidenza di ciò che accade in Ucraina, in Israele, a Gaza ci indigna e ci addolora profondamente, ci fa piangere e pregare che tutto finisca leggi tutto

Il sogno americano di John Fitzgerald Kennedy, sessant'anni dopo

Francesco Provinciali * - 11.11.2023

Se alle 12:29 del 22 novembre 1963 la Lincoln Continental presidenziale - dove JFK sedeva in seconda fila - entrando in Dealey Plaza a Dallas avesse proseguito diritto su Main Street, come inizialmente era previsto, anziché svoltare a destra su Houston Street ad una velocità di circa 18 km/h, passando lentamente di fronte al deposito di libri della Texas School dove il suo assassino si era strategicamente appostato, forse il Presidente Kennedy si sarebbe salvato da quel pericoloso viaggio elettorale in Texas, ricco di nefaste premonizioni e carico di un clima apertamente ostile a quella visita. Ma John Kennedy che era consapevole dei rischi che correva - tanto da averne premonizione la stessa mattina -decise di affrontare il suo incerto e rischioso destino. La storia non attende i ‘ma’ e i ‘se’ e compie inesorabile la sua parabola: tutto era stato orchestrato affinché in quel momento esatto a poche decine di metri di distanza Lee Oswald prendesse la mira e colpisse al collo e alla testa il Presidente che si accasciò tra le braccia di Jaqueline che gli sedeva accanto. La morte repentina al Parkland Memorial Hospital e ciò che avvenne quel giorno fatale - i dettagli macabri di quell’avvenimento, con i volantini listati ad un lutto annunciato, leggi tutto

La digitalizzazione pervasiva alimenta la disintermediazione sociale

Francesco Provinciali * - 30.09.2023

La poderosa avanzata della digitalizzazione ha le sembianze della cancel culture. Da sempre la nostra vita è un’alternanza di abitudini, stili comportamentali e stilemi comunicativi ma con l’introduzione delle tecnologie sempre più avanzate nella nostra quotidianità il cambiamento ha impresso una vistosa accelerazione, le stesse dimensioni spazio temporali dell’essere e dell’agire vanno perdendo i limiti angusti dei confini e delle costrizioni. La galassia di internet, l’universo del web, il metaverso, l’I.A., la robotica e tutte le infinite applicazioni e i loro ulteriori cascami tecnici e operativi costituiscono mondi paralleli dove il virtuale si confonde e si sostituisce al reale. Ciò crea scompensi e dissonanze, non tutto ciò che circola viene dal basso, molto è introdotto nel circuito comunicativo-relazionale da network e media con finalità commerciali e di profitto, influencer e creator sono ad esempio figure professionali nuove che realizzano fatturati mostruosi introducendo nei comportamenti, specie tra i giovani, induzioni e convincimenti, persuasioni e modelli che sovente sono in aperta distonia con le regole che si apprendono a scuola o in famiglia.  L’identità digitale va sostituendo quella anagrafica, i social sono potenti strumenti di informazione e di trasmissione di dati, di motivazione a comportamenti disparati: molto di quanto accade ha una potenzialità di leggi tutto