Ultimo Aggiornamento:
24 aprile 2024
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Argomenti

Il presidente Meloni intervenga sullo smart working e le tutele per i lavoratori fragili

Francesco Provinciali * - 14.01.2023

In epoca di post-globalizzazione le notizie girano velocemente ma non sempre in tempo utile e verificabile.   Si sa ad esempio che la Cina è flagellata da una nuova fase di pandemia da Covid-19. Alcuni Stati hanno imposto controlli alle frontiere, specie per gli sbarchi di passeggeri in arrivo da quel Paese dove città come Shangai registrano il 75% di contagiati. Cose che si sapevano non da ieri, ad esempio mentre in Italia si votava la legge di bilancio che prevedeva il rinnovo dello smart working per i lavoratori fragili, pur se assoggettato ad uno dei 44 rilievi formulati dalla Ragioneria dello Stato. Da quando ha ripreso a circolare anche da noi la paura di una ripresa dei contagi e il rischio di nuove varianti, si alternano in TV esperti che raccomandano la 4° e finanche la 5° dose per i soggetti fragili, l’uso delle mascherine e tutte le cautele del caso, implementate dalla concomitanza dell’influenza che può creare un mix virale pericoloso: raccomandazioni encomiabili.

Si batte il tasto delle precauzioni che fragili, defedati, immunodepressi e anziani devono assumere attraverso una preventiva e accorta profilassi ma nello stesso tempo si tergiversa su quali tutele debbano essere assunte a protezione dei lavoratori certificati fragili e inidonei al leggi tutto

Il Guazzabuglio dello spoils system

Paolo Pombeni - 11.01.2023

Da molti giorni ormai si discute del sistema impropriamente importato dagli USA noto come spoils system. Si tratta del potere dei vertici politici di nominare i detentori dei ruoli apicali della burocrazia al servizio delle istituzioni che essi hanno “conquistato” col consenso elettorale, per cui dovrebbe valere il vecchio detto “al vincitore le spoglie” (ovvero una sorta di diritto di saccheggio).

Il problema è delicato ed è trattato in modo molto confuso, per cui crediamo che sarebbe utile fare un poco di chiarezza. Tutto nasce dalla constatazione che in moltissimi casi non esiste una neutralità oggettiva nell’azione della burocrazia. In teoria i vertici politico-istituzionali decidono il che fare e le burocrazie attuano quelle decisioni. In pratica i vertici burocratici hanno strumenti per agevolare o per boicottare quanto è stato deciso, usando per esempio il potere interpretativo delle norme, il controllo delle filiere di esecuzione e via elencando. Di qui un contrasto possibile quando i detentori dei due poteri facciano riferimento a partiti diversi, e per di più, coi tempi che corrono, a fazioni dei partiti, a lobby e quant’altro.

È chiaro che un contesto di guerre e guerricciole fra politici e burocrati produce inefficienza amministrativa e gestionale, ma come impedire che ciò accada non è leggi tutto

Nel 50° della prima legge sulla “obiezione di coscienza”

Francesco Domenico Capizzi * - 11.01.2023

Pur stabilito nella nostra Costituzione, all’articolo 11, il “ripudio della guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali…”, per decenni non è stata evitata la penalizzazione della libertà di coscienza nel rispondere alla coscrizione militare obbligatoria.  Infatti, la prima norma che inizia a disciplinare formalmente l'obiezione di coscienza risale al 15 dicembre 1972 con la legge n. 772.

Si dovrà attendere il D.P.R. del 28 novembre 1977 n. 1139 per ottenere le "norme di attuazione della legge 15 dicembre 1972, n. 772, sul riconoscimento dell'obiezione di coscienza".

In sostanza, agli obiettori viene riconosciuta la facoltà di optare per il servizio civile, però della maggior durata di otto mesi in aggiunta al normale periodo del servizio militare. La norma fu, però, dichiarata incostituzionale dalla Consulta il 19 luglio del 1989: “…una sanzione conseguente ad una particolare espressione della persona, nel più aperto contrasto sia con il principio di eguaglianza che con il diritto di libera manifestazione del pensiero, dando vita ad un'ingiustificata valutazione deteriore delle due forme di servizio alternativo a quello armato”.

Bisognerà, ancora, attendere l’8 luglio del 1998 per ottenere pienamente il diritto all'obiezione di coscienza non come beneficio concesso, ma come diritto ad “essere contrari all’uso personale delle armi”. leggi tutto

Dietro l'angolo

Francesco Provinciali * - 07.01.2023

Chiedeva una volta un noto conduttore televisivo ai suoi intervistati: “che cosa c’è dietro l’angolo”?

Tra tutti coloro che si cimentavano nella risposta solo in pochi ci hanno poi veramente azzeccato, parecchi non sono neppure stati in grado di prevedere le proprie faccende personali.

Questo dimostra che non tutto dipende dalla volontà e che lo stesso destino si fa spesso beffe persino del più acuto discernimento critico.

Non c’è una scienza esatta della previsione: non parlo della meteorologia e neppure dei terremoti, mi riferisco- e mi basta – ai comportamenti umani.

Si è chiuso un “annus horribilis” ma nessuno può scommettere che quello che si apre possa essere un “annus mirabilis”.

La guerra in Ucraina, la devastazione di un territorio e il tentativo di annientamento del suo popolo e della sua storia ci hanno dimostrato a quali abissi di crudeltà possa arrivare l’animo umano: una ferocia senza limiti materiali e morali, il delirio della dittatura che brama la distruzione del mondo.

L’Iran e l’Afghanistan dove il fondamentalismo soffoca nel sangue ogni anelito di libertà.

La pandemia che reca il senso nel suo nome: pan (tutto) demos (popolo): penso che si stia vivendo l’aspetto più devastante di una insensata globalizzazione, il flagello planetario leggi tutto

Obblighi e divieti anti-Covid non meritano una Commissione parlamentare d’inchiesta

Francesco Domenico Capizzi * - 07.01.2023

Le aspre critiche agli obblighi anti-Covid, da membri dell’attuale Governo definite “illiberali” e meritevoli di una Commissione parlamentare d’inchiesta, dovrebbero essere precedute dalla considerazione che obblighi e divieti contribuiscono ordinariamente a regolare la vita quotidiana: dagli obblighi scolastici alle vaccinazioni nell’infanzia, dal divieto di fumare nei luoghi pubblici alle norme per la sicurezza sul lavoro, dall’obbligo di utilizzare casco e cinture di sicurezza alle limitazioni nella balneazione, ecc. senza citare i limiti imposti dal Codice della strada, dai regolamenti comunali, ecc….

La Costituzione garantisce libertà di pensiero, di coscienza, d’espressione, di informazione, rispetto della vita privata. Il Diritto alla salute è sancito dall’articolo 32, non per caso definito “fondamentale”, unico Diritto che si avvale di un aggettivo tanto qualificato, da cui discendono conseguenze politico-socio-sanitarie contenute nella chiosa finale: “diritto dell'individuo e interesse della collettività”. Un binomio inscindibile confermato dal secondo comma: “nessuno può essere obbligato ad un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge…”, appunto, nell’interesse della collettività.

Ebbene, l’adozione di provvedimenti urgenti anti-Covid furono giustificati, sul piano epidemiologico e socio-sanitario, per difendere l’integrità individuale e dell’intera collettività nel rispetto della persona umana e in nome del Bene comune, la cui espressione, sebbene mai menzionata, informa l’intera Costituzione leggi tutto

Il messaggio del Presidente della Repubblica

Luca Tentoni - 04.01.2023

Ci sono molti modi di interpretare il discorso di fine anno del Capo dello Stato. Noi abbiamo scelto tre parole: responsabilità, Costituzione, futuro. Sono queste le direttrici lungo le quali Mattarella ha svolto il suo breve ma efficace ragionamento. Apparentemente, ha riservato ai partiti brevi cenni, ma in realtà li ha sferzati. Ha ricordato che, nel giro di pochi anni, tutti sono stati al governo e che, al momento di entrare a Palazzo Chigi, hanno sperimentato cosa vuol dire avere la responsabilità di guidare un grande e complesso Paese. Così, gli slogan fatti per accalappiare i consensi degli elettori "volatili" più disperati, delusi o semplicemente sprovveduti (questo lo affermiamo noi, non lo ha detto il Presidente) sono evaporati di fronte alla "res severa" che è rappresentata dal governare in un ambito di complessità, ricco di fattori esterni (la pandemia, la guerra, la crisi energetica e alimentare, i cambiamenti climatici, i fenomeni migratori) che l'Italia deve subire. La globalizzazione non si ferma col ritorno alle nostalgie del passato, alle frontiere, agli Stati-nazione (che tanto piacciono alla destra conservatrice e reazionaria la quale è oggi alla guida del Paese, ndr). Così, come dice Mattarella, "la concretezza della realtà ha convocato ciascuno alla responsabilità e leggi tutto

L'incognita del Presidenzialismo

Paolo Pombeni - 04.01.2023

Nella conferenza stampa di fine anno la premier Meloni è tornata sul tema della riforma costituzionale che introdurrà un qualche forma di presidenzialismo (lei ha specificato di preferire il semipresidenzialismo modello francese) e di seguito l’on. Casellati, ministro delle riforme istituzionali, ha fatto alcuni interventi sul tema e soprattutto sulle modalità con cui si potrebbe procedere.

Dire che tutto è molto confuso è un eufemismo. Dal punto di vista contenutistico si oscilla sempre fra un generico rinvio alla necessità di stabilizzare i governi a favore di una continuità della loro azione e un confuso appello alla superiorità di legittimazione che avrebbe un vertice scelto direttamente dal voto popolare. Fra i due aspetti si fa una notevole confusione e non sembra opportuno inoltrarsi su un terreno così delicato senza avere chiari i termini della questione.

Diciamo subito che per quanto riguarda il vertice del potere esecutivo la pura e semplice esaltazione dei poteri legittimanti del voto popolare evoca lo spettro del plebiscitarismo che è sempre stato una malattia mortale dei sistemi politici. Il voto è sempre frutto di molte contingenze che possono essere manipolate in vario modo, come la storia, ma anche l’esperienza recente dimostra senza difficoltà. Nel caso della investitura del vertice del potere esecutivo leggi tutto

La piaga sociale dei femminicidi

Francesco Provinciali * - 24.12.2022

La cronaca ci racconta vicende di minori e di donne vittime di violenza: sono storie trasversali, che non hanno target sociali predefiniti, che non escludono i contesti di vita per loro più naturali, che diventano purtroppo tendenza e costume, quasi un correlato di altre derive negative emergenti nei comportamenti umani. Un’escalation che ingloba la parte più debole e indifesa dell’esistenza, quasi a significare che non c’è limite al peggio, che aggressività, ferocia, disumanità, cattiveria si consumano con disinvoltura e delirio crescenti, fino a diventare piaga sociale e declino di valori individuali.

Si alternano in modo sequenziale e simmetrico, questi delitti in danno dei minori e delle donne, nell’immaginario collettivo sono quasi un rituale narrativo dell’efferatezza a cui può giungere l’umanità, ad ogni latitudine, come se non fossero bastati secoli e secoli di condizione di interiorità e sottomissione strumentale, come se ciò che definiamo civiltà come valore acquisito e condiviso non fosse qualcosa di risolutivo, un punto e a capo in nome della umana dignità e del rispetto.

Dei minori travolti dall’onda della violenza se ne parla e se ne tace con vergognosa disinvoltura.

A chi scrive queste righe l’esperienza maturata nel tribunale minorile ha riservato e riserva tuttora- al sentore leggi tutto

La solita questione del partito conservatore

Paolo Pombeni - 21.12.2022

La celebrazione dei dieci anni di Fratelli d’Italia ha assunto un particolare rilievo per il fatto di avvenire dopo che quel partito a settembre aveva vinto in modo significativo le elezioni e la sua leader aveva assunto il ruolo di guida del governo. Il tutto è reso più complesso dal fatto che si è di fronte ad un cambio di maggioranza politica: dal centrosinistra alla destra-centro, da questo punto di vista una novità nella storia dell’Italia repubblicana che aveva in precedenza conosciuto solo governi di centro-destra.

La puntualizzazione non è pignoleria. Il dibattito che riguarda il tema di cosa si possa considerare una politica “di destra” è da tempo vivo in questo paese e si confonde con la questione del rilievo da dare alla presenza di un partito “conservatore” che, secondo una schematizzazione sulla cui fondatezza si può discutere, dovrebbe nel contrasto con un partito “progressista” costituire la normalità della politica. Questo nel quadro dell’altra semplificazione che riduce tutto ad uno scontro fra “destra” e “sinistra”.

Nell’immiserimento attuale del dibattito politico, la confusione che regna su faccende del genere è massima ed ha più a che fare con i pregiudizi (a volte proprio pretesti) che guidano opposte tifoserie che non con temi di qualche rilievo. leggi tutto

Alla ricerca del vero senso dell'esistenza

Francesco Provinciali * - 17.12.2022

Prof. Andreoli trovo che sovente cadiamo nell’errore di cercare intorno a noi, nei beni materiali e nel desiderio del loro possesso lo scopo dell’esistenza, eludendo interrogativi profondi che riguardano invece il senso della vita anche nei suoi aspetti reconditi: le relazioni con gli altri, la fatica che accompagna ogni conquista, il dovere della responsabilità, fino al sacrificio e al dolore. Quali consapevolezze dobbiamo recuperare per nobilitare il nostro essere qui, nel mondo?

 

Vede, dottor Provinciali, io credo che ci siano momenti in cui forse devono prevalere la gioia, il gioco, la curiosità: insomma c’è anche un tempo per evadere, sono convinto che ci siano occasioni in cui il tempo diventa gradevole per l’esistenza e per l’uomo. Ci sono però situazioni di vita diverse in cui questi aspetti positivi non sono possibili perché bisogna passare dal ‘particulare’ - per usare un’espressione di Vico- al generale e quindi viene un tempo in cui è necessario dedicarsi alla ricerca del significato che ha l’uomo nel mondo e quindi reciprocamente al significato del mondo per l’uomo. In questo consiste la scoperta continua del senso della vita. Mi pare che noi dovremmo “essere dentro” questo tempo, per un motivo molto semplice: viviamo in epoca di crisi. leggi tutto