Ultimo Aggiornamento:
15 maggio 2024
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Argomenti

Il governo e la sfida delle riforme

Paolo Pombeni - 01.02.2023

Giorgia Meloni ha ragione nel sottolineare che le condizioni economiche del nostro paese non sono peggiorate, ma anzi sono un poco migliorate sotto il suo governo, così come a rivendicare l’avvio di qualche azione in politica estera che potrebbe dare risultati interessanti (è doverosa cautela non darli per acquisiti a priori). Giustamente osserva che ha appena superato i 100 giorni di attività e che non sta correndo i 100 metri ma una maratona, cioè che chiede di essere misurata sulla lunga distanza.

Questo non può però far dimenticare che al momento siamo ancora alle bandierine per quel che riguarda alcuni nodi molto importanti che sono se non dei colli di bottiglia, certo dei “rallentatori” (pesanti) sulla strada dell’uscita dalla crisi degli ultimi decenni. Si tratta di tre riforme di grande significato: quelle sulla giustizia, sul presidenzialismo, sulla autonomia differenziata (lasciamo da parte quella che sarebbe decisiva, la riforma del sistema fiscale, perché ci rendiamo conto che lì c’è da aprirsi la strada in una giungla).

Abbiamo usato le etichette correnti, sebbene esse spieghino solo malamente ciò di cui si dovrebbe discutere. Il problema della giustizia non può per esempio essere ridotto alla discussione sulle intercettazioni o sulla separazione delle carriere. leggi tutto

Cresce l'emigrazione dall'America latina

Francesco Provinciali * - 28.01.2023

In questo mondo globalizzato e in questa società cosmopolita ci sono derive sociali e umanitarie alle quali non prestiamo la dovuta attenzione, presi come siamo da una sorta di atteggiamento refrattario, di indifferenza verso il nostro prossimo, infastiditi dalle preoccupazioni familiari o dalle beghe condominiali.

O semplicemente perché usiamo lo smartphone e le nuove tecnologie per assecondare il nostro egoismo e metterlo al centro del mondo.

Nelle nostre scuole i genitori protestano perché la merenda viene data in un orario non gradito, non accettano voti di insufficienza, affrontano in malo modo gli insegnanti che ritirano i cellulari durante i compiti in classe. O li aggrediscono perché hanno osato richiamare il proprio figlio ai suoi doveri.

Ci sono luoghi del mondo dove le scuole non esistono: un amico giornalista mi ha mandato da Londra alcune foto di alunni dell’Afghanistan che preparano gli esami seduti in mezzo alla neve o studiano su una stuoia stesa sul prato semplicemente perché l’aula, la scuola, fisicamente non ci sono.

Ma c'è un fenomeno sociale nuovo al quale finora il mondo occidentale non ha prestato la dovuta attenzione. Me ne sono capacitato dalla crescita delle domande di permesso di soggiorno di genitori stranieri per la tutela leggi tutto

Ma cos’è questa sinistra? Fra riformismo e movimentismo

Paolo Pombeni - 25.01.2023

Sulla modesta sceneggiata dell’assemblea del PD chiamata a varare il nuovo manifesto dei valori si è abbattuta una pioggia di critiche pressoché da tutti i settori. Certo era difficile evitare di chiedersi se ci volevano 87 “saggi” per mettere in fila una serie di generiche buone intenzioni che per la maggior parte è difficile non sottoscrivere, ma la cui sottoscrizione lascia davvero il tempo che trova. Sarebbe stato più serio discutere su alcune questioni di fondo che non sono state toccate, oltre che provare a formulare qualche proposta credibile e realizzabile per giungere almeno a qualcosa di concreto su qualcuno degli obiettivi generici indicati.

Proviamo a porre almeno alcune delle questioni di fondo. La prima è storica. Il PD era nato, su spinta di Veltroni, ma non solo, per realizzare il superamento di una frattura che risaliva alla guerra fredda (ma per certi versi anche a prima): la riunificazione delle correnti del riformismo italiano che si erano disperse tanto nel partito democristiano, quanto nella tradizione del progressismo laico, quanto in quella del socialismo e comunismo. Doveva essere chiaro che, se ci si consente di parafrasare uno celebre espressione di Kautsky sulla SPD di inizio Novecento, doveva trattarsi di un partito rivoluzionario, non di un partito che fa rivoluzioni. leggi tutto

Gradini che non finiscono mai

Francesco Provinciali * - 21.01.2023

Già dalle prime pagine del suo libro o meglio, dai primi gradini della scala della sua vita, si colgono due aspetti in apparente bisticcio tra loro -se considerati separatamente- ma in realtà complementari e connotativi dell’uomo Giorgio Parisi: la normalità e l’originalità. Ho sempre pensato (in ciò confermato dalla personale conoscenza di alcuni di loro) che i veri ‘grandi’ sono persone semplici: nascoste e appartate, riflessive, amanti del silenzio, non ostentano, si pongono domande, vivono le inquietudini dell’esistenza, parlando di sé esprimono la quotidianità e le molte consuetudini in cui ci ritroviamo. Di ciascuno di loro si potrebbe dire: “è uno di noi”. Ma sotto questa coltre che li accomuna al genere umano, sono depositari di una sorta di curiosità cosmica, di una visione olistica, totale della vita, sanno cogliere l’universale nel particolare, accendono lampadine dove altri si perdono nel buio, in quella indescritta normalità che ci rende tutti uguali sanno trovare l’eureka, l’illuminazione, l’idea risolutiva, anche coltivando l’arte del dubbio e la virtù dell’umiltà senza mai perdere la spinta formidabile della motivazione, sanno andare oltre le apparenze, non si fermano al primo ostacolo, dall’errore colgono l’opportunità per ripartire e correggersi, coltivano il dovere della fatica e dell’impegno come passaggi leggi tutto

Le spine nel fianco di Giorgia Meloni

Paolo Pombeni - 18.01.2023

Ci sono stati molti commenti per quel “non solo” lasciato cadere in una comunicazione della premier quando si lamentava dei bastoni fra le ruote posti dalle opposizioni. Una specie di “dagli amici mi guardi Iddio, che dai nemici mi guardo io”. Tutti hanno subito capito che si riferiva tanto alla Lega quanto a Forza Italia, anzi più probabilmente ai gruppi dirigenti dei due partiti suoi alleati a cui ha anche concesso di esprimere i due vicepresidenti del suo esecutivo.

Da questo punto di vista le posizioni sono differenti. Mentre Taiani si barcamena per non scontentare Berlusconi e i suoi fidi, ma in sostanza fa squadra con Meloni, Salvini si profonde in attestazioni di fedeltà verso la premier, ma lavora costantemente ad indebolirne la leadership cercando di accreditarsi come il vero motore occulto del governo. Le ragioni di questi comportamenti sono facilmente inquadrabili nelle dinamiche di una coalizione in cui esiste un partito di gran lunga maggiore che si è associato due partiti decisamente minori. Basterebbe rileggersi la storia delle coalizioni messe in piedi dalla DC nella lunga fase che arriva fino al termine degli anni Settanta del secolo scorso per capire che è una vecchia storia che si ripete. Ma così è stato leggi tutto

Il presidente Meloni intervenga sullo smart working e le tutele per i lavoratori fragili

Francesco Provinciali * - 14.01.2023

In epoca di post-globalizzazione le notizie girano velocemente ma non sempre in tempo utile e verificabile.   Si sa ad esempio che la Cina è flagellata da una nuova fase di pandemia da Covid-19. Alcuni Stati hanno imposto controlli alle frontiere, specie per gli sbarchi di passeggeri in arrivo da quel Paese dove città come Shangai registrano il 75% di contagiati. Cose che si sapevano non da ieri, ad esempio mentre in Italia si votava la legge di bilancio che prevedeva il rinnovo dello smart working per i lavoratori fragili, pur se assoggettato ad uno dei 44 rilievi formulati dalla Ragioneria dello Stato. Da quando ha ripreso a circolare anche da noi la paura di una ripresa dei contagi e il rischio di nuove varianti, si alternano in TV esperti che raccomandano la 4° e finanche la 5° dose per i soggetti fragili, l’uso delle mascherine e tutte le cautele del caso, implementate dalla concomitanza dell’influenza che può creare un mix virale pericoloso: raccomandazioni encomiabili.

Si batte il tasto delle precauzioni che fragili, defedati, immunodepressi e anziani devono assumere attraverso una preventiva e accorta profilassi ma nello stesso tempo si tergiversa su quali tutele debbano essere assunte a protezione dei lavoratori certificati fragili e inidonei al leggi tutto

Il Guazzabuglio dello spoils system

Paolo Pombeni - 11.01.2023

Da molti giorni ormai si discute del sistema impropriamente importato dagli USA noto come spoils system. Si tratta del potere dei vertici politici di nominare i detentori dei ruoli apicali della burocrazia al servizio delle istituzioni che essi hanno “conquistato” col consenso elettorale, per cui dovrebbe valere il vecchio detto “al vincitore le spoglie” (ovvero una sorta di diritto di saccheggio).

Il problema è delicato ed è trattato in modo molto confuso, per cui crediamo che sarebbe utile fare un poco di chiarezza. Tutto nasce dalla constatazione che in moltissimi casi non esiste una neutralità oggettiva nell’azione della burocrazia. In teoria i vertici politico-istituzionali decidono il che fare e le burocrazie attuano quelle decisioni. In pratica i vertici burocratici hanno strumenti per agevolare o per boicottare quanto è stato deciso, usando per esempio il potere interpretativo delle norme, il controllo delle filiere di esecuzione e via elencando. Di qui un contrasto possibile quando i detentori dei due poteri facciano riferimento a partiti diversi, e per di più, coi tempi che corrono, a fazioni dei partiti, a lobby e quant’altro.

È chiaro che un contesto di guerre e guerricciole fra politici e burocrati produce inefficienza amministrativa e gestionale, ma come impedire che ciò accada non è leggi tutto

Dietro l'angolo

Francesco Provinciali * - 07.01.2023

Chiedeva una volta un noto conduttore televisivo ai suoi intervistati: “che cosa c’è dietro l’angolo”?

Tra tutti coloro che si cimentavano nella risposta solo in pochi ci hanno poi veramente azzeccato, parecchi non sono neppure stati in grado di prevedere le proprie faccende personali.

Questo dimostra che non tutto dipende dalla volontà e che lo stesso destino si fa spesso beffe persino del più acuto discernimento critico.

Non c’è una scienza esatta della previsione: non parlo della meteorologia e neppure dei terremoti, mi riferisco- e mi basta – ai comportamenti umani.

Si è chiuso un “annus horribilis” ma nessuno può scommettere che quello che si apre possa essere un “annus mirabilis”.

La guerra in Ucraina, la devastazione di un territorio e il tentativo di annientamento del suo popolo e della sua storia ci hanno dimostrato a quali abissi di crudeltà possa arrivare l’animo umano: una ferocia senza limiti materiali e morali, il delirio della dittatura che brama la distruzione del mondo.

L’Iran e l’Afghanistan dove il fondamentalismo soffoca nel sangue ogni anelito di libertà.

La pandemia che reca il senso nel suo nome: pan (tutto) demos (popolo): penso che si stia vivendo l’aspetto più devastante di una insensata globalizzazione, il flagello planetario leggi tutto

Il messaggio del Presidente della Repubblica

Luca Tentoni - 04.01.2023

Ci sono molti modi di interpretare il discorso di fine anno del Capo dello Stato. Noi abbiamo scelto tre parole: responsabilità, Costituzione, futuro. Sono queste le direttrici lungo le quali Mattarella ha svolto il suo breve ma efficace ragionamento. Apparentemente, ha riservato ai partiti brevi cenni, ma in realtà li ha sferzati. Ha ricordato che, nel giro di pochi anni, tutti sono stati al governo e che, al momento di entrare a Palazzo Chigi, hanno sperimentato cosa vuol dire avere la responsabilità di guidare un grande e complesso Paese. Così, gli slogan fatti per accalappiare i consensi degli elettori "volatili" più disperati, delusi o semplicemente sprovveduti (questo lo affermiamo noi, non lo ha detto il Presidente) sono evaporati di fronte alla "res severa" che è rappresentata dal governare in un ambito di complessità, ricco di fattori esterni (la pandemia, la guerra, la crisi energetica e alimentare, i cambiamenti climatici, i fenomeni migratori) che l'Italia deve subire. La globalizzazione non si ferma col ritorno alle nostalgie del passato, alle frontiere, agli Stati-nazione (che tanto piacciono alla destra conservatrice e reazionaria la quale è oggi alla guida del Paese, ndr). Così, come dice Mattarella, "la concretezza della realtà ha convocato ciascuno alla responsabilità e leggi tutto

La solita questione del partito conservatore

Paolo Pombeni - 21.12.2022

La celebrazione dei dieci anni di Fratelli d’Italia ha assunto un particolare rilievo per il fatto di avvenire dopo che quel partito a settembre aveva vinto in modo significativo le elezioni e la sua leader aveva assunto il ruolo di guida del governo. Il tutto è reso più complesso dal fatto che si è di fronte ad un cambio di maggioranza politica: dal centrosinistra alla destra-centro, da questo punto di vista una novità nella storia dell’Italia repubblicana che aveva in precedenza conosciuto solo governi di centro-destra.

La puntualizzazione non è pignoleria. Il dibattito che riguarda il tema di cosa si possa considerare una politica “di destra” è da tempo vivo in questo paese e si confonde con la questione del rilievo da dare alla presenza di un partito “conservatore” che, secondo una schematizzazione sulla cui fondatezza si può discutere, dovrebbe nel contrasto con un partito “progressista” costituire la normalità della politica. Questo nel quadro dell’altra semplificazione che riduce tutto ad uno scontro fra “destra” e “sinistra”.

Nell’immiserimento attuale del dibattito politico, la confusione che regna su faccende del genere è massima ed ha più a che fare con i pregiudizi (a volte proprio pretesti) che guidano opposte tifoserie che non con temi di qualche rilievo. leggi tutto