Ultimo Aggiornamento:
17 aprile 2024
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La «Berlino Capitale» di Beda e Sergio Romano

Gabriele D'Ottavio - 21.05.2016
Reichstag

Il volume di Beda e Sergio Romano (Berlino Capitale. Storia e luoghi di una città europea, Il Mulino 2016) è qualcosa di più di una radiografia politica e sociale, storica e artistica della città di Berlino. È un testo utile per comprendere la storia tedesca, anche quella più recente, che è meno studiata e nota al grande pubblico. È un saggio che, indirettamente, rivela l’infondatezza dei tanti luoghi comuni e i limiti delle numerose narrazioni stereotipate che circolano sulla Germania e suoi suoi abitanti. Infine, è un libro che aiuta a capire perché oggi l’unico scenario plausibile e sul quale ha, dunque, senso ragionare dal punto di vista storico, politico e culturale sia quello di una «Germania europea» e non quello di un’«Europa tedesca».

Attraverso uno sguardo intergenerazionale e uno stile impressionistico, il giornalista e l’ambasciatore illustrano le tensioni, le ambivalenze e le contraddizioni che hanno segnato la storia di Berlino, «condannandola», come scrisse lo scrittore Karl Scheffler, «a sempre divenire e a non essere mai». La metropoli al confine tra le due Europe, a metà strada tra Londra e Mosca, è stata il simbolo dello spirito militarista prussiano, ma anche luogo, sul finire del XIX secolo, di una straordinaria crescita finanziaria e industriale, politica e culturale. Berlino è stata la levatrice del socialismo tedesco, ma anche il luogo dove si consumò la scissione interna tra l’anima socialdemocratica di Eduard Bernstein e Friedrich Ebert e quella massimalista di Karl Liebknecht e Rosa Luxemburg. Berlino è stata la culla di due dittature, quella nazista e quella comunista. Nell’epoca della guerra fredda, poi, la città divisa è stata l’osservatorio privilegiato del confronto ideologico e di potenza tra Est e Ovest. Infine, Berlino è stata e continua a essere una «città sperimentale», che anticipa e ispira tendenze politiche, culturali e artistiche innovative. Il rapporto di Berlino con il suo passato – un passato che non passa, pur trasformandosi sotto lo sguardo retrospettivo del tempo presente – è la chiave per capire la sua crescente capacità di attrazione. È più giovane e meno bella di Roma, Parigi o Londra, ma più intrigante, coinvolgente e «sexy», come la definì all’inizio del decennio scorso l’allora ministro presidente della città-stato Klaus Wowereit.  

L’affresco dipinto da Beda e Sergio Romano si compone di una serie di istantanee che restituiscono un’immagine sfumata ma anche molto concreta della città. La loro Berlino è animata da re, imperatori, cancellieri, ma anche da figure meno note. Tra queste si ricordano gli architetti – Karl Friedrich Schinkel, Eduard Ludwig, Peter Eisenmann – che in epoche diverse hanno contribuito alla conservazione del passato della città e, di fatto, anche alla sua Bewältigung, alla sua elaborazione. Nel volume vengono rievocate le vicende individuali di personalità come Victor Klemperer, studioso di filologia romanza e testimone di due dittature, come Hans Fallada, uno dei pochi intellettuali antinazisti che decisero di rimanere in Germania dopo l’avvento al potere di Hitler, o come la pittrice ebrea Charlotte Salomon, il cui tragico destino nel campo di concentramento di Auschwitz è inciso su una «pietra d’inciampo» - un sampietrino con una lastra di ottone - murata nel selciato di fronte alla sua abitazione. Viene quindi data voce alle donne che subirono le violenze e gli stupri da parte dei soldati dell’armata rossa o alle Trümmerfrauen, che raccolsero le macerie dei bombardamenti quando gli uomini erano al fronte. Viene ricordato Ernst Reuter, il borgomastro socialdemocratico all’epoca del «ponte aereo», e dopo di lui, i tanti esponenti della classe media che tra il 1949 e il 1961 decisero di lasciare Berlino Est per la Germania Ovest, segnalando al mondo intero l’esistenza di una profonda differenza tra i due blocchi che alla fine sarebbe risultata determinante per l’esito della guerra fredda.

Con questo libro, il lettore scoprirà che i tedeschi sanno essere «intraprendenti nella vita quotidiana», «fatalisti», «discreti», «eleganti», «dotati di senso dell’umorismo» e persino «ironici». E alla fine si convincerà forse del fatto che Berlino e la Germania, come sostengono gli autori, sono oggi radicate in Europa come non lo sono mai state.