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15 maggio 2024
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La politica italiana dell’era Covid 19: misteri e irresponsabilità di troppo

Raffaella Gherardi * - 07.09.2022
Politica e Covid-19

Gli storici del futuro si troveranno di fronte a un vero e proprio rompicapo per quanto riguarda la politica dell’era Covid 19 nel nostro Paese, se vorranno tentare di ritrovarvi qualche elemento di razionalità o perlomeno di ragionevolezza. Basti pensare, restringendo lo spettro di osservazione al 2022, ai “balletti” insensati di molti leader di partito in occasione della elezione del Presidente della Repubblica, poi per fortuna risoltisi, per qualche miracolosa congiuntura di cui gli storici stessi cercheranno di tracciare le coordinate, nella rielezione di Sergio Mattarella. Che dire poi di una classe politica che da ultimo, (quando la pandemia non è ancora debellata così come i suoi pesanti contraccolpi economico-sociali e in più la guerra di aggressione di Putin all’Ucraina ha innescato devastanti conseguenze sul piano globale), ha mandato a casa un Presidente del Consiglio che, alla testa di una larga coalizione di Governo, aveva saputo dare nuova credibilità all’Italia sia sul piano interno che sul piano internazionale? Quanto alle modalità con cui il Draghicidio è avvenuto, gli storici di cui sopra avranno molto da pensare e arrabattarsi se cercassero mai di andare alla ricerca di qualche canone di ragionevolezza, non solo nei termini dell’interesse dell’Italia ma anche per le modalità attraverso le quali 5 Stelle, Lega, Forza Italia hanno staccato la spina al Governo. E infatti, nella fatidica data dello scorso 21 luglio, c’è stato chi al momento di votare la fiducia è uscito dall’Aula e chi ci è restato non votando; tutti i partiti di cui sopra però uniti nel non metterci la faccia e spiegare ai cittadini il motivo (inconfessabile, del resto, da parte loro, dato che si trattava di calcoli meramente elettoralistici dei singoli partiti e relativi schieramenti) per cui si decideva di dare un calcio a Draghi. “E ‘l modo ancor m’offende”, avrebbero tutto il diritto di commentare i “normali-semplici” cittadini, prendendo a prestito il verso del sommo Poeta, in merito a tale indegno “spettacolo”, un unicum davvero nella storia della Repubblica….

Per quanto riguarda specificamente la pandemia Covid 19, non ancora risolta nonostante i vaccini ne abbiano largamente limitati il numero delle vittime e i danni, anche su questo drammatico problema gli storici del futuro avranno un bel da fare se tenteranno di capire qualcosa in relazione alle scelte politiche in proposito e ai contraccolpi di queste ultime, anche se coronate da successo nei fatti e largamente condivise dall’opinione pubblica. Così per quanto riguarda l’Italia di Draghi che politici illustri all’estero  hanno additato a esempio sia per quanto riguarda l’organizzazione e il successo della campagna vaccinale sia quanto a misure prese ai fini di limitare la diffusione della pandemia, chiunque sia dotato di qualche barlume di razionalità non potrà mai capire perché tante “minoranze contro, senza se e senza ma” la cosiddetta “dittatura sanitaria”, abbiano trovato così largo spazio nei salotti mediatici e ascolto non solo da parte dei partiti di opposizione (quelli a cui conviene sempre essere “contro” dal punto di vista elettoralistico), ma anche nelle sfere della stessa ampia coalizione di Governo che nella lotta alla pandemia aveva uno dei suoi obiettivi fondamentali. E così abbiamo assistito al paradosso che benché gli Italiani abbiano seguito nella loro stragrande maggioranza le indicazioni del Governo e della scienza, tanto da risultare l’Italia uno dei paesi che ha maggior numero di vaccinati in Europa e nel mondo, se un extraterrestre, improvvisamente sbarcato sul nostro pianeta, avesse assistito a molti dibattiti mediatici in cui urlanti no-wax, no green pass ecc. pontificavano a tutto spiano, si sarebbe sicuramente convinto che la maggioranza della opinione pubblica  condividesse le prospettive di questi ultimi.  Se poi le sparute minoranze del “no-tutto” erano in grado di mobilitare qualche piazza… beh, allora apriti cielo per tanti leader nostrani di partito, per dichiararsi assai sensibili alle loro “argomentazioni”, anche se questi stessi uomini politici facevano parte della maggioranza di Governo delle cui scelte avrebbero dovuto sentirsi responsabili, dato che le avevano condivise. In un Paese come il nostro la cui classe politica e i partiti, nella maggior parte dei casi, né fanno della coerenza una virtù né della politica intesa come bene comune la propria direttrice di fondo, non ci si deve affatto meravigliare di  quanto denunciato qualche giorno fa da Francesco Provinciali nell’ articolo  “Rientrano a scuola i docenti no-wax e i lavoratori fragili privi di tutele” (https://www.mentepolitica.it/articolo/rientrano-a-scuola-i-docenti-no-vax-e-i-lavoratori-fragili-privi-di-tutele/2301) a proposito delle ambiguità, ritardi e oscillazioni in merito alle misure anti covid da applicarsi nelle scuole in vista dell’inizio del nuovo anno scolastico. Tali osservazioni del resto possono essere estese ad ampio raggio, visto che la campagna elettorale in corso, (ivi compresi esponenti di partiti della attuale coalizione di governo, pronti a strizzare l’occhiolino, anche nei loro programmi, alla galassia dei no-wax e quindi certamente poco inclini ora a rendersi responsabili di scelte da pensare seriamente per il presente/futuro),  preferisce dimenticare Covid 19 e comunque lasciarlo assolutamente sullo sfondo se non addirittura sotterrarlo del tutto in merito a possibili decisioni anche minimamente “restrittive” per quanto riguarda il comportamento  dei cittadini in generale. Si accettano scommesse, per esempio, su chi veda in giro ancora qualcuno indossare mascherine anche nel corso delle più affollate manifestazioni o assembramenti, come i virologi continuerebbero - il condizionale è d’obbligo- a raccomandare. E così i comportamenti “virtuosi”, nel senso di conseguenti alle regole della prudenza consigliate dalla scienza e acquisiti dalla stragrande maggioranza dei cittadini nel corso dei lunghissimi mesi della pandemia, vengono lasciati andare rapidamente in frantumi e anzi può capitare che, (e la sottoscritta ne sa qualcosa per diretta esperienza personale, essendo “fragile”: aggettivo che fa rabbrividire per molteplici ragioni, ma tant’è), se qualcuno osasse mai richiamarli venga pesantemente “redarguito”, dato l’andazzo generale del “liberi tutti” imperante… Tanto il 25 settembre ci saranno le elezioni e dopo chi vivrà vedrà…

 

 

 

 

* Professore dell’Alma Mater – Università di Bologna