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Il virus influisce anche sull'analisi politica

Luca Tentoni - 31.10.2020
Virus nella politica

Se l'analisi politica è normalmente difficile, dovendo tenere conto di molteplici fattori che non riguardano solo i partiti ma anche le istituzioni, la società, l'economia, il contesto internazionale, in questi tempi di pandemia e di disorientamento tutto diventa più complesso. Gli attori politici sono costretti a cambiare registro: così, nessuno può dire più che col reddito di cittadinanza la povertà è abolita (M5s), che dobbiamo fermare a tutti i costi gli immigrati che arrivano sulle coste italiane (come se non entrassero anche via terra, in numero ancor maggiore), causa presunta di tutti i mali e i problemi del Paese (Lega-FdI) perché l'agenda è cambiata e il "pubblico" (così è reputato l'elettorato, spesso) non segue più la musica di un anno fa, diventata improvvisamente démodé. Dopo goffi tentativi di sbilanciarsi sulla necessità di "aprire tutto" e "chiudere tutto" a giorni alterni (si è visto a marzo che certe dichiarazioni di leader di vario colore politico mutavano repentinamente, creando un effetto che in altre circostanze - non tragiche come quelle - sarebbe stato comico), si è passati ad altro. C'è chi ancora parla di rimpasto (sottovoce, però, perché forse al Quirinale l'ipotesi non trova udienza) o ripete il solito giochino di sfilarsi subito dopo un'intesa (Renzi, che ormai fa sempre la stessa mossa: appena formato il governo giallorosa lasciò il Pd, ora invece rinnega, dopo le prime reazioni popolari al Dpcm, alcune misure prese col placet della sua delegazione ministeriale) o, ancora, chi (Conte) esercita l'arte del rinvio, sperando che guadagnare tempo serva anche in una situazione come questa e chi, infine, si esercita nel benaltrismo tipico di opposizioni poco responsabili (che, approfittando dei ritardi e di un governo che ha fatto bene durante la fase uno ma non altrettanto bene in seguito, non sanno dire altro che le destre avrebbero agito meglio). Intanto, nelle piazze arriva la protesta, che per lo più è civile e legittima, ma nella quale si infiltrano personaggi e sigle desiderose di intorbidire le acque e scatenare una violenza tanto gratuita quanto deprecabile. In questo contesto, l'analista e il commentatore devono studiare con cura le dichiarazioni, gli atti, i fatti, i comportamenti politici (magari evitando le chat su WhatsApp nelle quali si tende a ricevere anche informazioni che talvolta somigliano a "veline" o lo sono). La tentazione della resa, di fronte a questo quadro, è molto forte. Però, è proprio quando si assiste a partite a scacchi di elevatissima complessità e con mosse inedite che l'interesse dovrebbe accrescersi. A guardarlo dall'esterno, questo del virus è un colossale esperimento sociale e politico (che purtroppo si gioca sulla pelle delle persone, ma che certo nessuno ha predisposto o voluto, come invece certi disgustosi complottisti vorrebbero far credere): osservarlo e studiare i comportamenti dei partiti, del governo, delle istituzioni e le reazioni degli italiani è una grande esperienza che - sia pur tragicamente - la mia generazione e la mia categoria sono chiamati a fare. Così, se l'ordinario non è sempre di facile lettura, lo straordinario è irto di ostacoli, di trappole cognitive, di errori possibili di interpretazione. Un motivo di più per esercitare la propria "mente politica" sapendo che essa è fallibile, ma che solo con l'applicazione e l'impegno può decrittare il nostro tempo e spiegarlo o raccontarlo a chi ci legge.