Ultimo Aggiornamento:
24 aprile 2024
Iscriviti al nostro Feed RSS

Berlusconi e la nuova politica dei due forni

Maurizio Griffo * - 23.04.2016
Silvio Berlusconi

Nella complessa fenomenologia della vita pubblica italiana un posto di rilievo è occupato dalla cosiddetta "politica dei due forni". In origine questa formula designava lo spazio di manovra del partito di maggioranza relativa. Chi originariamente la teorizzò nei primi anni Settanta del secolo scorso, Giulio Andreotti, sosteneva che la Democrazia cristiana poteva scegliere le alleanze di governo indifferentemente sui due lati dello schieramento politico. Successivamente, per estensione, la locuzione ha preso a designare anche un quadro di maggioranze variabili e la possibilità di optare volta a volta tra vari alleati. In questo senso l’espressione si adatta tanto alle forze di minoranza che possono sfruttare il proprio potere di coalizione per far pesare in termini di scelte politiche (o di rendite di sottogoverno) la partecipazione alla maggioranza, quanto alle forze di governo che possono selezionare volta a volta gli alleati più convenienti. Le cronache recenti ci consegnano una nuova e inedita versione di questa politica, in cui, però, i due forni si alimentano ma non si sfruttano. L’artefice di questa nuova versione è il leader di Forza Italia Silvio Berlusconi. Cerchiamo di raccontare come si è sviluppata questa interessante variante.

Togliendo il suo appoggio al governo Letta nell’autunno del 2013, e subita anche la scissione degli alfaniani, Berlusconi si trovava all’opposizione in una situazione di isolamento politico. Da questa scomoda condizione lo faceva uscire Renzi con il cosiddetto patto del Nazareno. Il patto non era un capitolato definito nei dettagli, ma un’intesa di massima sulle riforme (sia costituzionali che politiche) che il nuovo leader del Pd si impegnava a concordare con il leader del centro destra o almeno a non promuovere contro di lui. Certo, si trattava di un patto asimmetrico in cui l’azionista principale era Renzi, ma era un accordo che assicurava una piena legittimazione al centro destra, cosa mai avvenuta nei decenni precedenti. Nel gennaio 2015, a seguito dell’elezione al Quirinale di Sergio Mattarella, Berlusconi rompeva il patto del Nazareno, scegliendo la contrapposizione dura e assoluta al governo Renzi. Tornava cioè nell’isolamento da cui il giovane leader del Pd l’aveva fatto uscire. Un capovolgimento di fronte repentino che costringeva Forza Italia ad

acrobazie politiche poco comprensibili, e punto giustificabili, come il voto contrario dato alla Camera dei deputati alla nuova legge elettorale che poco settimane prima era stata votata compattamente al Senato.

La motivazione di questo improvviso mutamento restano oscure, e soprattutto non sono giustificate da un calcolo razionale. Anche ammesso (e non concesso) che  Mattarella potesse considerarsi un presidente ostile, non appare dubbio che per tenere in vita un patto legittimante come quello del Nazareno era più che comprensibile pagare un qualche prezzo. Come che si voglia valutare quella decisione, rimane il fatto che dopo di allora il pallino del gioco restava nelle mani di Renzi, che proseguiva (bene o male) il suo intento riformatore, mentre Berlusconi e il suo partito tornavano a essere marginali.

Non casualmente proprio nell’anno e più che è trascorso da quella vicenda è nata la nuova politica dei due forni. Vediamo in che cosa consiste. Forza Italia, come si è accennato, fa un’opposizione durissima a Renzi dipingendolo come portatore di pulsioni autoritarie. Dall’altro versante, però, il gruppo dei verdiniani di Ala sostiene il governo Renzi, e i bene informati dicono che questo avvenga d’intesa con Berlusconi. In questo modo si sostiene il governo per via indiretta senza però riscuotere nessun dividendo dal contributo offerto alla stabilità politica; contemporaneamente si sposano le parole d’ordine protestatarie della Lega, senza ricavarne i vantaggi elettorali che Salvini ottiene dalla sua demagogia a tutto azimut. In sostanza una politica dei due forni a rovescio, in cui ci si svena gratuitamente su entrambi i fronti.

 

 

 

 

* Insegna presso il Dipartimento di Scienze Politiche dell’Università Federico II di Napoli