Ultimo Aggiornamento:
13 aprile 2024
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Evitiamo acrobazie interpretative: le comunali sono elezioni “locali”

Paolo Pombeni - 17.05.2023

La politica è tutta un test, si potrebbe dire scimmiottando una nota canzonetta. Si tratta però di capire che tipo di test di volta in volta possa essere. Ci sarà naturalmente tempo e modo per analisi dei dati e dei flussi (per noi lo farà sabato l’ottimo Luca Tentoni), ma intanto vediamo di proporre una lettura “di superfice” che non vorremmo fosse superficiale.

I media ed i numerosi fan club che circondano i partiti nella carta stampata e sulle TV sono alla perenne ricerca di conferma delle rispettive tesi: Meloni si rafforza come guida suprema della destra? La Lega di Salvini è in stasi o si riprende? Nel PD è visibile l’effetto Schlein? I Cinque Stelle come sono messi? Il terzo polo da qualche segno di vita?

Sono tutte domande legittime, ma poste ad eventi che non sono in grado di dare risposte soddisfacenti. Nelle elezioni comunali è difficile che la gran parte degli elettori scelga seguendo appartenenze di parte od orientamenti solo ideologici. La ragione è semplice: per prima cosa l’affezione ad uno schieramento a prescindere da ogni valutazione è sempre più in forte calo; in secondo luogo la scelta è condizionata da una conoscenza abbastanza prossima dei candidati in campo, specie quando come nella tornata

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Patria senza conflitti? Ideologia e realtà di una narrazione politica

Fulvio Cammarano * - 17.05.2023

Al di là delle effettive caratteristiche ideologiche dell’attuale governo, non si è mai parlato così tanto di fascismo con riferimento all’attualità, come in questi mesi. Per la classe politica che ruota attorno a “Fratelli d’Italia” questo continuo richiamo al fascismo non è altro che uno strumento di lotta politica maneggiato da una sinistra che non ha la forza politica per contrastare il successo elettorale della nuova destra a trazione meloniana. L’ambiguità del problema però non sembra potersi dissolvere così facilmente. Non c’è dubbio che gli esponenti del governo siano disposti, in molti casi anche convintamente, a condannare il fascismo-regime, vale a dire il sistema di potere dittatoriale crollato 80 anni fa verso cui, si sostiene, non c’è alcuna nostalgia. Più problematica, anche alla luce della miriade di recenti esternazioni pubbliche e private, risulta essere la questione del riferimento ideologico che sorregge l’azione politica degli esponenti di Fratelli d’Italia. Il motore effettivo di quell’area politica non è certamente il conservatorismo e neppure l’anticomunismo, obiettivo che dagli anni ’80 non ha più alcuna forza emotivamente aggregante. Il vero riferimento ideale che caratterizza l’attuale compagine di governo è l’anti-antifascismo. Ecco, dunque, perché l’eterno nodo della permanenza del fascismo in Italia continuerà a rimanere ben saldo: se il fascismo leggi tutto

Potremo avere una riforma costituzionale senza bandierine?

Paolo Pombeni - 10.05.2023

Le riforme costituzionali sono una cosa seria e non possono essere ridotte ad una questione di bandierine da piantare per compiacere agli ego(ismi) politici e individuali delle molte parti in causa. Se ne parla quasi dal giorno dopo il varo della nostra Carta, ma non si è mai concluso nulla proprio per quella ragione. Commissioni parlamentari o comitati più o meno pletorici di esperti il quadro era sempre quello: le bicamerali non hanno concluso nulla così come la commissione (pletorica) di tecnici e intellettuali messa in piedi con la congiunta regia del presidente Napolitano e dell’allora ministro Quagliariello.

Ciò che ora manca è una considerazione seria della situazione in cui ci muoviamo e una linea politica chiara a cui ispirarsi. Poi le soluzioni tecniche si trovano. Ci permettiamo il lusso, data l’irrilevanza di chi scrive, di segnalare alcuni nodi di fondo che ridimensionerebbero il dibattito che si sta malamente impostando.

Il primo punto è la questione del ruolo del Presidente della Repubblica. Tutti riconoscono che è importante avere un equilibratore del confronto, talora scontro, politico che è l’anima della democrazia. Per questo fine occorre una figura che si accredita come super partes e che è legittimata in quel ruolo. La scelta di questa figura attraverso una leggi tutto

I problemi oltre la propaganda

Paolo Pombeni - 03.05.2023

Il primo maggio è stata una ulteriore occasione per polemiche di maniera: c’era da aspettarselo, ma non è un bel vedere. Giorgia Meloni ha convocato un Consiglio dei ministri in quella data per mostrare che i politici lavorano e si occupano dei lavoratori. Le opposizioni hanno invocato l’offesa alla data sacra e la premier si è impelagata nello scontro di battute su chi lavora il giorno della festa a dispetto di tutte le sacralizzazioni. Sceneggiate che distraggono dai contenuti di quanto sta succedendo.

Punto primo: il governo di destra-centro vuol dimostrare che è intenzionato ad occuparsi dell’emergenza lavoro. Non è strano, visto che una parte non piccola dei suoi elettori provengono dai ceti operai e impiegatizi a basso reddito, ma non combacia con l’immagine di una destra che è contro la classe operaia, per cui la sinistra si butta a dire che è tutta propaganda perché in realtà le misure del governo allargano la sfera della precarietà.

Punto secondo: il governo convoca i sindacati la sera prima di varare i provvedimenti e questo viene presentato come un atto di arroganza perché alle rappresentanze del mondo del lavoro ci si limita a comunicare qualcosa di già deciso.

Punto terzo: una analisi un po’ ravvicinata della “filosofia” degli interventi leggi tutto

Se si inizia a parlare di cose serie

Paolo Pombeni - 26.04.2023

Qualche segnale di attenzioni che si rivolgono a questioni importanti si coglie. Bisogna un po’ aguzzare la vista, perché è tutto uno sventolare di bandierine a cui non vogliono rinunciare gli sbandieratori che si sono più che professionalizzati nel ruolo, ma è un prezzo che si paga a tradizioni di faziosità che sono dure a morire.

Quattro mi sembrano i temi che stanno emergendo e tutti riguardano dei veri problemi del diritto di cittadinanza: l’incremento dei salari, gli asili nido, la casa e la sanità. La maggioranza tende a far mostra di essere la sola che si applica ai problemi, l’opposizione, ovvero il PD e quel che resta del Terzo Polo, perché M5S è in dissoluzione mentale, punta a dire che la maggioranza fa solo finzioni e sbaglia tutto. È il teatrino della politica, ma quel che conta è che i temi arrivino finalmente sul tappeto.

L’incremento dei redditi è centrale, perché le retribuzioni sia ai livelli iniziali delle carriere sia per un’ampia fascia di occupati non sono più in grado di consentire livelli di vita adeguati. Intervenire è molto complicato per una situazione contorta in cui versa il mercato del lavoro che sconta la difficoltà per le imprese di remunerare meglio (senza negare che ci sono leggi tutto

PNRR: fuffa, inerzia, sprechi e burocrazia digitale

Francesco Provinciali * - 22.04.2023

La differenza tra la teoria e la pratica è il peccato originale nella gestione politica della cosa pubblica in Italia, l’eccesso di annuncio il refrain che l’accompagna. Siamo satolli di parole e prodighi di effetti speciali nell’inventare sigle, formule, titoli e copertine: “Piano nazionale di ripresa e resilienza”, in acronimo PNRR: il Next Generation Eu è il tentativo comunitario di realizzare le premesse di un progetto condiviso, di riprendere in mano il sogno dei Padri fondatori di una patria comune che stemperi le disuguaglianze,  resta da chiedersi perché ciò che ci compete e viene chiesto svanisce nel tempo tra lungaggini e rinvii, incertezze e indecisioni. Si è parlato a lungo di un’occasione storica per il vecchio continente, avvalorata dalla necessità di fronteggiare i disegni totalitari tesi a configurare un nuovo ordine mondiale, di compattare le nostre economie, di stemperare le minacce belliche planetarie e le politiche commerciali espansive dei Paesi dell’Est.

Abbiamo un know how di civiltà, cultura e sapienza da spendere ma tutto resta intrappolato nei meccanismi arrugginiti dei nostri mali antichi: l’inerzia, lo spreco, la burocrazia oggi ammantata dalle lusinghe della transizione digitale che la rendono sempre più farraginosa e complicata.

Tra l’enfatizzata convocazione degli Stati generali a Villa Pamphili del leggi tutto

L’enigma del centro

Paolo Pombeni - 19.04.2023

È più o meno dall’inizio della storia della nostra repubblica che discutiamo della questione del centro in politica. In origine fu la Democrazia Cristiana ad intestarsi questa definizione per il riferimento al fatto che il partito dei cattolici non intendeva schierarsi né con il liberalismo né con il socialismo marxista, entrambe ideologie condannate dalla Chiesa fra Otto e Novecento. E fin dall’inizio ci fu un’aspra contesa nella DC se a seguito di questo si dovesse però inclinare a destra o a sinistra. Chi è vecchio abbastanza (pochi ormai) o chi ha studiato un po’ di storia sa quanto questa diatriba sia stata dura fra gli anni Cinquanta e gli anni Sessanta del secolo scorso.

Quasi in contemporanea si era posta la questione di un “terzo polo”, considerando che quelli rilevanti erano ormai due, la DC appunto e il blocco di sinistra (PCI+PSI) che aveva però problemi di coesione al suo interno. Fu allora che repubblicani, socialdemocratici e qualche pattuglia di liberali critici con la destra presero a considerarsi una “terza forza” alternativa ai due blocchi.

La questione si è trascinata in continuazione in un paese come il nostro che da un lato si era convinto che il “bipolarismo” fosse la vera politica moderna leggi tutto

Il governo alla prova delle nomine

Paolo Pombeni - 12.04.2023

Questa settimana il governo affronta il quadro economico: ci sono alcune riforme per le società quotate in Borsa (tema da specialisti, ma ha poi ricadute sul sistema economico), c’è da approvare il Documento di Economia e Finanza (DEF) che è una valutazione tendenziale su come andrà la nostra economia. Qui le cose vanno abbastanza bene, si prevede addirittura un incremento del PIL intorno all’uno per cento, pur con un deficit che non si ridimensiona veramente.

Insomma sul versante economico il paese non sarebbe messo male, non fosse per l’inflazione che è stata indotta dall’aumento dei prezzi dei prodotti energetici sui beni di consumo, i cui prezzi però non si stanno abbassando nonostante quegli aumenti si siano drasticamente ridimensionati. È la solita storia di una componente un po’ arraffona, che quando vede la possibilità di speculare non si tira indietro. Le conseguenze non sono leggere perché è l’inflazione e anche, diciamolo, il lungo blocco di stipendi e salari che hanno generato l’insoddisfazione dei cittadini, quella che poi si scarica sulla partecipazione politica come rivelano i trend dell’astensionismo che non si riducono.

La maggioranza di governo non sembra curarsi più di tanto di queste insoddisfazioni: le componenti più demagogiche le cavalcano scaricandone le colpe sui governi leggi tutto

Cercasi leader politico che parli di doveri agli italiani

Francesco Provinciali * - 08.04.2023

La politica è ormai diventata un gigantesco megafono di rivendicazioni, slogan e promesse: tutti devono avere tutto, tutti hanno ragione, tutti devono essere blanditi e accontentati.

Non c’è ambito della umana convivenza dove non si celebri l’unilaterale, parossistica, preconcetta, totalizzante rivendicazione dei diritti.

Si tratta di una deriva planetaria, forse eredità della globalizzazione ma persino il suo contrario perché si assiste al trionfo annunciato della soggettività a sua volta figlia del relativismo etico e persino del localismo, basti pensare che dopo due secoli impegnati a configurare un faticoso equilibrio di stabilità centrato sulle identità nazionali ora si sta sfaldando in mille rivoli il concetto di appartenenza: prevale un ibrido indistinto di pulsioni, una narrazione policentrica, la sovrapposizione di insopprimibili urgenze vitali che si scavalcano facendo saltare come birilli le tassonomie dei valori. In un quadro internazionale caratterizzato dal perdurare dei conflitti e dal perseguimento di un nuovo ordine mondiale sull’asse Cina-Russia, queste differenziazioni potrebbero essere fatali per le democrazie occidentali.  Se l’800 era impegnato a cercare la “parola nuova”, la porta della modernità, il 900 si è speso nella faticosa definizione del senso dell’identità e si è affidato alle protesi compensative e sostitutive della tecnica e della scienza: sembra ora che il nuovo millennio leggi tutto

Una politica da psicanalisi

Paolo Pombeni - 05.04.2023

Mentre la casa rischia di bruciare i pompieri discutono su chi di loro ha pagato le bollette dell’acqua e su che colore debbano avere le bocchette a cui attaccare le pompe antincendio. È questo l’azzardata metafora che ci viene alla mente osservando il dibattito politico attuale. Da un lato l’avviarsi più che stentato della “messa a terra” del PNRR mette a rischio i finanziamenti del Recovery europeo fino al punto che si ipotizza di rinunciare ad una parte di essi. Dal lato opposto le forze politiche si perdono in giochetti che dipendono dalle pulsioni a sfruttare le scorciatoie dei pregiudizi e dei riflessi condizionati da cui ampiamente dipendono i vari schieramenti.

Ci viene difficile non inquadrare in questo secondo ambito sia le sparate su fascismo e antifascismo delle due sponde, sia le trasformazioni in sterili dibattiti sui “diritti” di quanto dovrebbe riguardare il governo dei cambiamenti sociali e culturali che sono cresciuti senza gli opportuni interventi di mediazione lasciando tutto vuoi all’individualismo sfrenato vuoi alla cieca illusione di ritornare ad un mondo che non c’è più.

La contingenza del rischio di disperdere una opportunità unica come è il finanziamento del Recovery europeo dovrebbe spingere tutti a “mettersi alla stanga” come ha autorevolmente chiesto il presidente Mattarella. leggi tutto