Ultimo Aggiornamento:
24 aprile 2024
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Argomenti

La Siria, Trump e gli altri

La decisione presa dal Presidente Donald J. Trump il 18 dicembre 2018 di ritirare le 2000 truppe regolari statunitensi dal nord-est della Siria ha provocato una tempesta politica: negli USA, con le dimissioni del pluridecorato Segretario alla Difesa, James Mattis, e dell’inviato USA per la coalizione internazionale contro l’Organizzazione dello stato islamico (IS), Brett McGurk; in Europa, dove si critica l’unilateralismo di Washington e il Presidente francese Emmanuel Marcon deve gestire il contingente militare di circa un migliaio di uomini che diventa ora quello più numeroso, ma senza la copertura politica e logistica della superpotenza; in Medio Oriente, dove, eccezione fatta per la Turchia, gli alleati israeliani e sauditi pianificano nuovi interventi autonomi in Sira contro la presenza iraniana, mentre Teheran, Damasco e Mosca si dimostrano cautamente soddisfatti.

La decisione nasce anzitutto da ragioni di politica interna USA, che si traducono nell’ennesimo atto unilaterale di Washington: di fronte ai problemi politici che la Presidenza Trump deve affrontare da qui alle prossime elezioni, “riportare a casa” le truppe come promesso nella campagna del 2016 dovrebbe pagare. Con tempismo pari alla sua spregiudicatezza, nella telefonata del 14 dicembre, il Presidente turco Recep Tayyip Erdogan promette a Trump di assestare il colpo finale ad IS, quando in realtà leggi tutto

Ceta, nuove ragioni per ratificare

Gianpaolo Rossini - 13.10.2018

Sui media si riportano in queste settimane stralci del bilancio della Commissione Europea sul primo anno di applicazione del Ceta, accordo di libero scambio tra UE e Canada entrato in vigore il 21 settembre 2017. Il Ceta si basa su 7 punti principali 1. abolizione del 98% dei dazi doganali tra Canada e UE con riconoscimento e protezione di 143 denominazioni geografiche d’origine europee in campo alimentare (di cui 41 italiane) 2. apertura dei rispettivi mercati allo scambio di servizi di trasporto, finanziari, bancari, comunicazioni, professionali come quelli ingegneristici, quelli legali e altri 3. Accesso agli appalti pubblici di tutte le imprese delle due aree 4. snellimento delle norme su investimenti diretti 5. miglioramento della protezione della proprietà intellettuale (copyright e brevetti) 6. standard comuni per ambiente e rispetto dei diritti dei lavoratori 7. più facile entrata nei mercati di Canada e UE per le piccole imprese, soprattutto grazie a procedure doganali ridotte e requisiti tecnici semplificati.

Il bilancio del primo anno è stato positivo per gran parte dei settori economici, come afferma la commissaria UE al commercio internazionale la svedese Malmstrom. Uno dei prodotti italiani che ha visto incrementare di più le sue vendite è il prosciutto di San Daniele Dop, uno dei fiori all’occhiello del made in Italy alimentare, che in un anno leggi tutto

L’etno-nazionalismo sotto osservazione dell’ONU

Miriam Rossi - 14.07.2018

Il recente report della Relatrice speciale dell’ONU su razzismo, xenofobia e intolleranza ad essi connessi, E. Tendayi Achiume, continua a far discutere. Presentato al Consiglio dei Diritti Umani delle Nazioni Unite riunito a Ginevra dal 18 giugno al 6 luglio nella sua 38° sessione, la giurista esperta in migrazioni internazionali dell’Università della California ha ribadito che a milioni di persone è negato il diritto alla cittadinanza in nome di nozioni di purezza nazionale, etnica o razziale. Un affondo contro l’etno-nazionalismo già presentato all’Assemblea Generale a New York lo scorso 21 febbraio e che aveva suscitato polemiche già in quella sede. Nella relazione è descritta la condizione di milioni di apolidi in tutto il mondo, spesso membri di gruppi di minoranza, che è vittima di una discriminazione di lunga data che li considera “stranieri”, anche se residenti in un Paese da generazioni o addirittura da secoli. Al contempo si perpetuano leggi patriarcali che determinano una discriminazione di genere rendendo impossibile per le donne trasferire la propria cittadinanza ai figli o al coniuge di origine straniera: un’altra strategia per preservare la “purezza” nazionale, etnica e razziale, e che in alcuni casi determina la perdita di nazionalità per le stesse donne che scelgono di sposare leggi tutto

Ceta: meglio ratificare *

Gianpaolo Rossini - 20.06.2018

Libero scambio ed Europa non sembrano più di moda e ne soffre il Ceta, l’accordo di libero scambio stipulato tra Ue e Canada. Nel 1957 col Trattato di Roma che dà vita alla Unione Europea (allora Comunità Europea) i paesi membri delegano le politiche commerciali  verso paesi terzi alla Commissione.  Quando gli accordi riguardano materie  finanziarie  o la proprietà intellettuale, non limitandosi agli scambi mercantili occorre la ratifica di ciascun membro della Ue. Il Ceta, nel 2016 trova l’opposizione della Vallonia, contraria ad aspetti che riguardano le istituzioni chiamate  a regolare i contenziosi commerciali tra produttori Canadesi ed Europei. Il Trattato subisce alcune migliorie venendo incontro alle critiche della regione belga ed è ratificato da alcuni paesi Ue. Che succede nel Bel Paese? Diverse voci del governo giallo-verde si stanno esprimendo per un rifiuto in toto del trattato. Sono spalleggiate dalla Coldiretti, associazione degli agricoltori proprietari di aziende agricole che tuonano contro il trattato che non riconoscerebbe abbastanza prodotti italiani del territorio, e quindi non ne impedirebbe l’imitazione in Canada. A prima vista sembrerebbe l’ennesimo caso di Italia Cenerentola in Europa. Ma è proprio così? Il trattato Ceta è un lungo documento al quale la commissione europea, ha lavorato con i canadesi per più anni. leggi tutto

Gustavo Gutiérrez. I novant´anni di un teologo che guarda al futuro

Claudio Ferlan - 13.06.2018

Venerdì otto giugno il padre domenicano Gustavo Gutiérrez, peruviano nativo di Lima, ha compiuto novant’anni. E ha ricevuto una lettera di auguri da papa Francesco. Potrebbe sembrare a prima vista una notizia di poco conto, ma solo a uno sguardo distratto. Gutiérrez infatti è uno dei fondatori della teologia della liberazione, una corrente condannata ai tempi di Woytila e del prefetto della Congregazione per la dottrina della fede Joseph Ratzinger, ma in seguito meglio compresa e riabilitata a livello ecclesiale.

 

La lettera di Jorge Mario Bergoglio

Il testo, scritto naturalmente in spagnolo, è breve ma denso di significato: “Caro fratello, per il tuo novantesimo compleanno ti scrivo per farti gli auguri e per assicurarti la mia preghiera in questo momento significativo della tua vita. Mi unisco alla tua azione di grazie a Dio, e ti ringrazio anche per il contributo che hai dato alla Chiesa e all’umanità attraverso il tuo servizio teologico e il tuo amore preferenziale per i poveri e gli abbandonati dalla società. Grazie per tutti i tuoi sforzi e per il tuo modo di interpellare la coscienza di ognuno, perché nessuno resti indifferente di fronte al dramma della povertà e dell’esclusione. Con questi sentimenti, ti incoraggio a leggi tutto

Elezioni Turchia 2018

Massimo Ronzani * - 06.06.2018

Il prossimo 24 giugno sarà election day in Turchia. Il popolo sarà chiamato a votare per eleggere i propri rappresentanti al parlamento e il nuovo capo di Stato

 

Elezioni anticipate

Lo scorso aprile il presidente e leader dell’AKP al governo Recep Tayyip Erdogan ha appoggiato la proposta di Devlet Bahceli, leader del partito MHP, di anticipare le elezioni del 3 novembre 2019. Approvata la proposta in parlamento e decisa la data del voto, la campagna elettorale ha avuto inizio. La decisione di anticipare le elezioni è stata motivata ufficialmente dall’accelerazione degli avvenimenti in Siria e in Iraq, dalla necessità di prendere decisioni importanti per l’economia del paese e per velocizzare i cambiamenti costituzionali previsti dal referendum del 17 aprile 2017. Più concretamente, AKP e MHP si sono accorti del proprio trend negativo in termini di consenso elettorale, cominciato con la vittoria risicata al referendum.

I sondaggi di questa primavera davano la coalizione AKP-MHP circa al 45%, voti insufficienti per eleggere il presidente al primo turno. Lo scontento dell’elettorato sarebbe causato soprattutto dalla crisi economica che sta attraversando il paese. La crescita dell’economia turca, leggi tutto

Contratto di governo M5S-Lega A proposito di politica estera, immigrazione e Ius soli

Leila El Houssi * - 30.05.2018

Il fantomatico contratto di governo tra Lega e movimento 5 stelle ha partorito nel suo insieme un compromesso alquanto pericoloso che spingerà il nostro paese a una pericolosa involuzione. Se sul fronte della politica interna molti commentatori e analisti hanno espresso la loro opinione sulle eventuali disposizioni che il contratto riporta, poco è stato detto su questioni che riguardano Ius Soli, politica estera e questione immigrazione.

Allo Ius Soli non viene dedicata neanche una riga probabilmente perché l’argomento per i nostri prossimi governanti non merita di essere contemplato.  E’ palese, ed è già emerso in campagna elettorale, che leghisti e pentastellati nutrano sentimenti che passano dal disprezzo all’indifferenza nei confronti di persone la cui origine non è italiana ma  che sono nate e/o cresciute nel nostro paese. Sono 800mila ragazze e ragazzi che ad oggi non sono tutelati dallo Stato italiano e sembra non esserci alcuna volontà per una soluzione L’unico riferimento che troviamo è al punto 18 quando si parla di 'politiche per le famiglie e la natalità''. In quest’articolo in cui si avvalora “il sostegno per servizi di asilo nido in forma gratuita a favore delle famiglie italiane” come ha recentemente sostenuto la ex ministra Livia Turco si “calpesta l'articolo 3 della Costituzione che vieta leggi tutto

Contratto di governo M5S-Lega

Leila El Houssi * - 26.05.2018

Il fantomatico contratto di governo tra Lega e movimento 5 stelle ha partorito nel suo insieme un compromesso alquanto pericoloso che spingerà il nostro paese a una pericolosa involuzione. Se sul fronte della politica interna molti commentatori e analisti hanno espresso la loro opinione sulle eventuali disposizioni che il contratto riporta, poco è stato detto su questioni che riguardano Ius Soli, politica estera e questione immigrazione.

Allo Ius Soli non viene dedicata neanche una riga probabilmente perché l’argomento per i nostri prossimi governanti non merita di essere contemplato.  E’ palese, ed è già emerso in campagna elettorale, che leghisti e pentastellati nutrano sentimenti che passano dal disprezzo all’indifferenza nei confronti di persone la cui origine non è italiana ma  che sono nate e/o cresciute nel nostro paese. Sono 800mila ragazze e ragazzi che ad oggi non sono tutelati dallo Stato italiano e sembra non esserci alcuna volontà per una soluzione L’unico riferimento che troviamo è al punto 18 quando si parla di 'politiche per le famiglie e la natalità''. In quest’articolo in cui si avvalora “il sostegno per servizi di asilo nido in forma gratuita a favore delle famiglie italiane” come ha recentemente sostenuto la ex ministra Livia Turco si “calpesta l'articolo 3 della Costituzione che vieta

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L’insostenibile leggerezza di essere Libano

Giovanni Parigi * - 02.05.2018

In Libano, il prossimo sei maggio, si terranno le elezioni parlamentari. Per il paese si tratta di un evento di estrema rilevanza, in quanto le ultime precedenti si tennero nel 2009, quando non erano ancora scoppiate né le Primavere Arabe né la guerra civile in Siria, e il Da‘esh era ancora lungi da venire. Di fondo, le cause di questo ritardo quasi decennale sono dovute all’inconciliabilità delle posizioni di Hezbollah e i suoi alleati con quelle delle altre forze politiche; in particolare, l’approvazione della nuova legge elettorale, questioni di sicurezza interna e regionale nonché uno stallo di due anni nella nomina del presidente della repubblica hanno portato a ben due proroghe dell’attuale parlamento.

In realtà, questo impasse istituzionale non è altro che il sintomo di una causa più profonda del “malessere libanese”, ovvero il fatto che in Libano manca una vera e propria dinamica di alternanza al potere, bensì vige un sistema consociativo, che vede la distribuzione del potere su base settaria e un susseguirsi di governi di unità nazionale; quindi, o c’è un accordo di pressoché tutte le forze politiche, o la vita politica del paese si paralizza.

Sennonché, grosso modo a partire dal 2006, grazie ad una serie di dinamiche leggi tutto

L’insostenibile leggerezza di essere Libano

Giovanni Parigi * - 28.04.2018

In Libano, il prossimo sei maggio, si terranno le elezioni parlamentari. Per il paese si tratta di un evento di estrema rilevanza, in quanto le ultime precedenti si tennero nel 2009, quando non erano ancora scoppiate né le Primavere Arabe né la guerra civile in Siria, e il Da‘esh era ancora lungi da venire. Di fondo, le cause di questo ritardo quasi decennale sono dovute all’inconciliabilità delle posizioni di Hezbollah e i suoi alleati con quelle delle altre forze politiche; in particolare, l’approvazione della nuova legge elettorale, questioni di sicurezza interna e regionale nonché uno stallo di due anni nella nomina del presidente della repubblica hanno portato a ben due proroghe dell’attuale parlamento.

In realtà, questo impasse istituzionale non è altro che il sintomo di una causa più profonda del “malessere libanese”, ovvero il fatto che in Libano manca una vera e propria dinamica di alternanza al potere, bensì vige un sistema consociativo, che vede la distribuzione del potere su base settaria e un susseguirsi di governi di unità nazionale; quindi, o c’è un accordo di pressoché tutte le forze politiche, o la vita politica del paese si paralizza.

Sennonché, grosso modo a partire dal 2006, grazie ad una serie di dinamiche leggi tutto